Facebook salva giovane da una condanna per molestie


A volte Facebook può costare caro. Le pagine web come un giornale e una stupidaggine di troppo può costare anche una condanna. Ne sa qualcosa un impiegato trentenne brianzolo che aveva approfittato del social network più diffuso al mondo per vendicarsi della sua ex. Una frase, un commento un po’ spinto ad una fotografia “postata” dalla sua ex fidanzata nella pagina visibile agli utenti amici della ex coppia e una causa in tribunale. Il passo è stato più che breve. Un insulto pesante, una vendetta che è costata cara all’autore. 

Ora l’amante respinto dovrà mettere mano al portafoglio pagando alla donna 15mila euro. Ma Facebook non è soltanto questo, infatti grazie al social network in blu una ragazza si e' salvata da una condanna per molestie. L'imputata e' una 24enne di Nerviano (Milano) che due anni fa, in cerca di un amico, ha fatto sei brevi chiamate senza attendere risposta al suo numero di cellulare, sperando di essere richiamata visto che non aveva piu' credito nel telefonino. Ci sono stati pero' due problemi: il numero era molto vecchio, era stato disabilitato e in seguito riassegnato a un nuovo utente, una donna 37enne di Bergamo, e poi i sei 'squilletti' sono stati fatti tra l'1 e le 7 del mattino. 

La donna, che ha ricevuto quegli squilli continui a notte fonda, ha temuto qualche tipo di persecuzione e ha presentato denuncia. Si e' risaliti cosi' alla ragazza, che e' stata denunciata per molestie. In attesa di comparire davanti al gup, la milanese si e' lanciata su Facebook, ha rintracciato il suo vecchio amico e gli ha raccontato la storia, chiedendogli conferma che quel numero telefonico era stato suo. L'amico ha confermato, e la sua e-mail e' stata usata dall'avvocato della ragazza come prova di innocenza. E alla fine la giovane e' stata assolta.

Fonte: Il Giornale | Agi News

Renault Gordini debutta su Facebook: in palio una Twingo R.S.


E’ nata da poco la fan page internazionale "Be Glorious. Be Gordini" di Renault, che si propone di coinvolgere, con diverse iniziative, una community di giovani e attraverso cui i fan possono accaparrarsi una Twingo Gordini Renault Sport. Per iscriversi al concorso, oltre a compilare il modulo di iscrizione, è sufficiente diventare fan della pagina, attivando la funzione "Mi piace". Sulla fan page, infatti, il concorso gratuito BeGlorious Game mette in palio fino al 7 maggio una Twingo Gordini R.S. oltre ai biglietti per il concerto dei Phoenix che si terrà il 19 e 20 giugno nell'ambito del festival Southside Fest a Neuhausen ob Eck, in Germania.

Vilipendio ed istigazione alla droga tramite Facebook, 12 denunce


Attraverso l’uso di Facebook si sarebbero resi responsabili, a diverso titolo, di diffamazione aggravata, vilipendio delle forze armate e istigazione al consumo di sostanze stupefacenti. La polizia di Sassari ha denunciato due minorenni e 10 giovani, tra i 18 ed i 21 anni, nei confronti dei quali, su delega della Procura della Repubblica di Sassari, gli agenti stanno eseguendo numerose perquisizioni domiciliari. Come fa sapere la polizia, le indagini sono partite dopo alcuni furti, danneggiamenti e atti di teppismo, avvenuti nel centro storico.

E' polemica a Bergamo per le foto fasciste su Facebook del consigliere


Sul suo profilo c'è tutto: saluto romano, stemmi del disciolto partito nazionale fascista, slogan nostalgici del ventennio, perfino un'immagine della Lombardia tutta nera sulla quale campeggia la scritta 'Fascismo e libertà'. E' è un rappresentante politico a pubblicare queste foto: si chiama Iuri Milesi, ha 21 anni, è il neo consigliere comunale della Lega Nord, con l'hobby delle simulazioni di guerra nei boschi della sua zona, che ha salvato la maggioranza di San Giovanni Bianco dal commissariamento. La vicenda viene raccontata con ampi particolari dal sito www.bergamonews.it

Le foto hanno provocato la reazione del segretario provinciale del Carroccio, Cristian Invernizzi, che ha preso "assoluta distanza" da quanto ha fatto il consigliere comunale. "Colpiscono alcune reazioni politiche che tentano di minimizzare la gravità della questione - ha commentato il deputato Antonio Misiani, tesoriere del Pd - Invernizzi si augura che Milesi crescendo capisca di aver fatto una stupidatà, mentre per il sindaco è un bravo ragazzo. Vorremmo ricordare loro che siamo in presenza di un reato, apologia del fascismo, punito dalla legge. 

La Lega Nord farebbe bene a buttare fuori Milesi". Lo stesso ha detto di augurarsi Gabriele Sola, consigliere regionale dell'Idv. "L'attuale clima sempre più improntato al razzismo e all'intolleranza - ha spiegato in un comunicato - alimentato proprio dal Carroccio, fa sì che tra i rappresentanti leghisti nelle istituzioni compaia ormai anche chi si richiama ai disvalori dell'estrema destra". Una bandiera rossa con una svastica nera, invece, è finita esposta sul pennone di una banca di Copiano, piccolo centro in provincia di Pavia. Più che a uno scherzo di pessimo gusto si pensa a una provocazione. dato che la bandiera è comparsa in concomitanza con la festa del 25 Aprile.

Fonte: La Repubblica

Pubblica una foto con Lavezzi su Facebook, ucciso per invidia


E' stato stato ucciso per invidia, per aver pubblicato su Facebook una foto con il calciatore del Napoli Lavezzi, corredata da commenti e avvertimenti sui tatuatori non professionisti. Così Gianluca Cimminiello, 31enne di Casavatore, nella periferia di Napoli, ha scatenato l'invidia di un suo concorrente «Enzo il Cubano», che, dopo minacce e spedizioni punitive, ha provocato infine la sua morte. L’incredibile morte di Gianluca «Zendark» Cimminiello è una storia in cui si mischiano la moda dei tatuaggi e la gelosia fra tatuatori, l’ingenuità di una foto con il calciatore più amato dai napoletani e Facebook.

L’omicidio è del 2 febbraio scorso, e ieri i carabinieri hanno arrestato uno dei presunti autori, Vincenzo Russo, e ricostruito lo scenario che fa da sfondo all’intera vicenda. All’origine c’è una foto con Ezequiel Lavezzi che Gianluca Cimminiello si fa scattare una domenica di fine gennaio davanti all’ingresso degli spogliatoi del San Paolo.


Il Pocho è infortunato, non ha giocato, e mentre aspetta i compagni accetta di posare con i tifosi. Quella foto Gianluca la mette su Facebook, ma solo dopo averla modificata, togliendo lo sfondo dello stadio e mettendoci quello del suo studio di tatuatore, lo «Zendark Tattoo», a Casavatore. «Da quel momento Gianluca ha ricevuto svariati messaggi da parte dei clienti che chiedevano se avesse tatuato lui Lavezzi. Ma rispondeva sempre di no», ha raccontato la sua ragazza ai carabinieri durante le indagini.

Il 30 gennaio il tatuatore, per vendicarsi del 31enne, aveva inviato al negozio del rivale un commando composto da tre persone, tra cui il cognato di un esponente di spicco degli Scissionisti, incaricate di dargli una lezione. Cimminiello però aveva reagito picchiando il cognato del boss e mettendo in fuga gli altri due. Due giorni dopo si ripresentano, stavolta con le pistole. E lo ammazzano. Per punirlo di quella reazione, e in questo «Enzo il Cubano» non c’entra. Lui è indagato come mandante solo della fallita spedizione punitiva. Ma se non si fosse mai rivolto ai suoi amici di Secondigliano, Gianluca sarebbe ancora vivo.



Fonte: Libero Quotidiano
Via: Il Sussidiario

Donna annuncia suicidio su Facebook, salvata dai carabinieri



Una donna di 30 anni è stata salvata stamattina in extremis da un tentativo di suicidio annunciato su Facebook. In suo aiuto sono arrivati i Carabinieri allertati dalla questura di Roma che aveva ricevuto la segnalazione da un utente del social network della Capitale. Il fatto è avvenuto intorno alle 7.30 a Porto Torres (Sassari), dove l'aspirante suicida abita da sola in un appartamento del centro. La donna aveva ingerito un intero flacone di ansiolitico, ma prima di mettere in atto il tentativo di uccidersi aveva comunicato i motivi e le ultime volontà su Facebook, specificando anche in che modo si sarebbe tolta la vita. 

L'inquietante messaggio è stato raccolto da un internauta romano che ha subito segnalato il fatto alla Questura. Successivamente sono stati allertati i carabinieri della centrale operativa e del nucleo radiomobile della compagnia di Porto Torres che hanno rintracciato l'abitazione della donna e si sono recati sul posto, facendo intervenire anche un'ambulanza del 118. Entrati in casa, i militari hanno trovato l'aspirante suicida riversa sul letto ormai in stato di incoscienza. 

È stata quindi ricoverata all'ospedale di Sassari e sottoposta ai necessari trattamenti sanitari. Ora la donna è fuori pericolo. Lo scorso 18 marzo un’aspirante suicida di 45 anni di Garbagnate (Milano) che su Facebook aveva annunciato l’intenzione di farla finita, fu tratta in salvo e ricoverata d’urgenza in ospedale, grazie a un intervento congiunto della polizia postale con i carabinieri di Imperia e della provincia di Milano, partito su input di una giovane donna, abitante in provincia di Imperia utente del social network, che allertò il 112.

Via: Il Giornale

Addio Facebook Lite, il servizio non sarà più supportato


Qualcuno se ne sarà accorto che la versione Lite di Facebook sembra aver detto addio al web. Laconico il messaggio sul sito: “Thanks to everyone who tried out Facebook Lite. We’re no longer supporting it, but learned a lot from the test of a slimmed-down site. If you used Lite, you’ll now be taken to the main Facebook.com site”.

Su Facebook il cellulare di Sarah Nile crea il caos


Sarah Nile si pente del suo gesto, dettato dalle più nobili intenzioni. Come lei stessa racconta al Tgcom, l'aver pubblicato il numero di cellulare su facebook ha creato un vero e proprio caos. "Volevo solo farvi un regalo, per tutte le emozioni che mi date" ha scritto ai suoi ammiratori la ex gieffina. Ma anche molte altre persone sono state tempestate di chiamate perchè l'ex gieffina non ha messo l'ultima cifra del numero e così i fan facendo le combinazioni possibili, hanno chiamato perfetti sconosciuti. "Una cosa assurda. Mi sono arrivate delle denunce... Il mio agente mi ha rintracciato di corsa avvertendomi di aggiungere l'ultimo numero". 

Un gesto ingenuo che rispecchia il suo carattere "La verità è che io sono di un'umiltà infinita - spiega -, sono molto alla mano. E così mi capita di sorvolare su cose che meriterebbero un po' più di attenzione. E combino qualche pasticcio...". Poi, una volta pubblicato tutto il numero, la linea si è intasata. Sarah scrive: "Ecco è impazzito il cell....raga nn kiamate tutti insieme...(o forse si, un po' sono impazzita)..cmq l'ho fatto per voi perke mi regalate tante emozioni!e ve ne sono grata!cmq nn riesco a rispondereeeee... mi raccomando kiamate solo a qsto numero! kiedo scusa a tutte le persone ke sono state erroneamente contattate alle quali abbiamo recato qsto terribile fastidio". 

Del resto Sarah e Veronica Ciardi lo avevano detto anche a Tgcom poche settimane fa che erano entusiaste dei loro fan, di aver ricevuto tanta attenzione, di essere circondate da tante persone affettuose. Così la Nile ha voluto mettersi in contatto con tutti gli ammiratori, senza calcolare però di quello che avrebbe provocato il suo gesto. Ora il suo cellulare è irraggiungibile, la sua segreteria intasata. Per contattare Sarah da oggi si dovrà passare per forza tramite il fan club.

Fonti: Tgcom | Cronaca qui

OpenGraph e il pulsante I like confermano il dominio di Facebook


Facebook si rinnova ancora. La piattaforma OpenGraph e il nuovo pulsante "I like" ("Mi piace") su siti di informazione sono le ultime sfide del social network presentate dal fondatore e Ceo Mark Zuckerberg a San Francisco. Zuckerberg lancia la sfida: un milione di "i like" nelle prime 24 ore. La piattaforma OpenGrah diffonde i pulsanti "I like" su tutto il web aggregando dati sulle preferenze degli utenti fuori da Facebook.

Su Facebook il gruppo in ricordo di Sara e Francesca


Doveva essere un premio quella passeggiata sulla spiaggia di Cala Rossano, a pochi passi dal porto di Ventotene. La loro gita di quattro giorni sull’isola pontina era appena cominciata, ma loro, gli alunni di due terze medie della scuola Anna Magnani di Morena, alla periferia di Roma, si erano già guadagnati il diritto a un giro in riva al mare. La tragedia è arrivata all’improvviso, dall’alto. Un costone di roccia è venuto giù e ha travolto quattro studenti che si erano staccati dal gruppo di compagni, uccidendone due. 

Le insegnanti hanno subito cominciato a scavare con le mani per tirare fuori i corpi delle due ragazze travolte dalle pietre, ma è stato inutile. Francesca Colonnello e Sara Panuccio, entrambe quattordicenni, non ce l’hanno fatta. Una è morta sul colpo, centrata in pieno da due metri cubi di roccia e tufo caduti da sei metri di altezza, l’altra è deceduta dopo un estremo tentativo di rianimarla compiuto dagli operatori del 118. Le due ragazze si trovavano a una delle due estremità della spiaggia, a pochi passi dal costone roccioso. Non era una zona interdetta, non c’erano segnali di pericolo, la balneazione consentita. 

E pare che la parete rocciosa da cui si è staccato il masso killer fosse stata messa in sicurezza un anno fa. Per questo il sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, continua a ribadire che non era possibile prevedere la sciagura. «È stata una tragedia improvvisa, mai avuto un segnale di cedimento in quella zona», dice. Anche se c’è chi la pensa diversamente: «Da anni lanciavo l’allarme che un giorno avremmo pianto». E a poche ore dalla notizia del crollo è stato aperto su Facebook un gruppo dedicato a loro. Il gruppo "Un minuto di silenzio x ricordare Sara Panuccio e Francesca Colonnello!!!" conta già 1000 membri che continuano a crescere. 

E' nato per esprimere solidarietà alle famiglie delle due ragazzine e lancia un messaggio: «Non si può morire così a soli 14 anni!!! Addio Angeli riposate in pace!!!». Ad iscriversi non solo amici, ma anche persone che pur non conoscendo le due vittime dell'incidente hanno voluto lasciare un messaggio di solidarietà alla famiglia. Tra le dediche anche quella del cuginetto di Sara che la saluta: «Ciao angioletto mio».

Fonti: Il Giornale | Il Messaggero

Italiano muore a Phuket: la notizia diffusa via Facebook


E' morto in maniera assurda in una delle località di vacanza più famose e frequentate del mondo, Phuket, in Thailandia. Simone Teneriello, 28 anni, originario di Castelfidardo in provincia di Ancona è rimasto coinvolto tra venerdì e sabato notte in una lite degenerata in rissa ed è stato colpito al collo con una bottiglia rotta, una ferita che lo ha dissanguato nel giro di pochi minuti. Sono ancora scarse e frammentarie le informazioni date alla famiglia, il padre Mirco, la madre Adriana e la sorella più giovane Greta, sposata e madre di un bimba di pochi mesi.

2300 fan per l'orso Dino su Facebook


"L'orso Dino deve vivere!!!", è questo il nome del gruppo dedicato all'orso Dino ha superato quota 2300 fan. Dino è l'orso avvistato in provincia di Vicenza e che rischia di venire ucciso dopo aver sbranato tre asinelli. Un gruppo su Facebook, che parteggia per lui, raccoglie i timori degli ambientalisti. A Posina però c'e' molta preoccupazione soprattutto tra contadini ed allevatori che temono nuove incursioni dell'orso ai danni dei loro animali. Tra i vari commenti anche molte rassicurazioni sulla pericolosità dell'animale e che la sua presenza sarebbe positiva sia in termini ambientali che turistici. 

"In Abruzzo - commenta un simpatizzante - gli orsi sono una grande risorsa per il parco e convivono da decenni con la popolazione. Io credo si tratti solo il caso di saperlo gestire, di farlo allontanare dalle case". Nel frattempo gli spostamenti di Dino vengono seguiti attraverso il radiocollare di cui è dotato già dalla scorsa estate. Il Giornale di Vicenza però, riporta che nel corso di una riunione i cacciatori hanno minacciato di trasformarsi in bracconieri e di uccidere l'orso. Gli ambientalisti si sono allarmati e sempre sul social network nel giro di poche ore sono aumentate le adesioni e i pensieri degli utenti. 

"Oggi ho avuto molta paura nel leggere dei commenti ad alcuni blog ed articoli che raccontavano la situazione dell'orso Dino in Veneto - scrive un utente sulla bacheca del gruppo - Gandhi diceva che La civiltà di un popolo si misura nel modo in cui tratta i suoi animali, e qui invece gia' si imbracciano i fucili". Ed ancora: "Purtroppo l'uomo non si rende conto di aver invaso ogni angolo,ogni centimetro che la nature aveva deciso di dare agli animali...come molti stanno dicendo, basterebbe addormentarlo e reinserirlo dove può stare al sicuro...tieni duro piccolo dino...devi vivere".

Fonte: Tgcom24

Bambino fuma sigaretta: il video choc su Facebook


In un ambiente familiare "normale" è il fumo passivo a costituire un rischio per la salute dei bambini e dei nascituri. I figli dei fumatori presentano un rischio doppio di essere un giorno essi stessi fumatori. Un bambino malese di quell'età, invece, è stato filmato mentre fa un "gioco" da grandi, non così innocente e salutare: fuma una sigaretta. Dietro di lui scatoloni di pacchetti, davanti a lui la videocamera di Aji Gumintang Akbar, che ha pubblicato su Facebook il filmato del piccolo mentre aspira il fumo e fa cerchi con la bocca. 

Il popolo del social network è furioso e chiede a gran voce la segnalazione e la censura del filmato. Nello scorso gennaio, una madre diciottenne, Rebecca Davey, aveva pubblicato sul proprio account di facebook la foto del figlio di sei mesi con una sigaretta in bocca, in quel caso però, fortunatamente spenta. “Non credevo ci fosse nulla di sbagliato” si era difesa Rebecca, immediatamente segnalata ai servizi sociali e alla polizia inglese da alcuni amici virtuali sconcertati dall’immagine. La polizia aveva subito individuato e raggiunto Rebecca Davey per interrogarla e constatare quale fosse la verità sull’immagine incriminata. 

 Appurato che la salute del bimbo non era a rischio “consigliarono” alla donna di rimuovere rimuovere la foto. La donna eseguì prontamente aggiornando il suo profilo con un messaggio d’amore per il piccolo. L’immagine inquietante, apparsa su Facebook ritraeva il figlio Ollie in tutina a strisce con una sigaretta che penzola dalla bocca, fu pubblicata sul quotidiano Daily Mail e come era ovvio il popolo di facebook non aveva gradito la “bravata” ed aveva riempito il social network di commenti durissimi circa il comportamento della donna.

Su Facebook un gruppo festeggia la morte di Raimondo Vianello


'Festeggiamo la morte del berlusconiano Vianello'. Si chiama così l'ennesimo gruppo-choc nato su Facebook per mano di un amministratore anonimo a poche ore dalla morte del popolare artista. Mentre il cordoglio per la scomparsa del signore dello humor si esprime infatti in oltre trecento gruppi del popolare social network, spicca però questa pagina che conta 192 membri, caratterizzata da una foto di Vianello 'sfregiata' da una falce e martello che nella sua 'descrizione' recita:

''Dopo Mike, Mosca, Santi Licheri, il Cavaliere perde un altro voto. Cari compagni, se la maledizione di Stalin continua ad avere effetto, presto sarà rivoluzione! Vivamente sperando che il prossimo sia Fede''.  Tra i commenti, “mi sono iscritto solo per segnalarlo alla polizia postale”. E ancora: “Ci vuole tanto a capire che è stato fondato da fascisti” o “questo gruppo non ha più amministratori”. In bacheca però i 'post' non sono tutti univoci. 


Se Stuntman M. scrive ''Machissenefrega di Vianello! Io, tra ieri oggi, sono morto due volte: dov'è la gente buonista che piange per me?'', Andrea B. protesta: ''Io sono di sinistra ma mi vergogno che lo siate anche voi! Anzi, mi rifiuto di pensare che voi lo siate! Voi siete l'antitesi della VERA sinistra e ne rappresentate la rovina! Vergognatevi!''. E sdegno per la nascita di questo gruppo viene espresso anche dal mondo della politica. 

"E' un autentico orrore che vi siano persone cosi' misere, cosi' povere di intelligenza e di pieta', da inneggiare su Facebook alla morte di Raimondo Vianello. E che poi questa manifestazione di odio avvenga per presunti motivi politici rende tutto ancora piu' squallido". Cosi' il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, condanna duramente la pagina comparsa sul social network che si compiace per la scomparsa del conduttore. Quasi contemporaneamente, come accade spesso sul social network, è nato un “contro-gruppo” che invita alla chiusura della pagina incriminata.



Via: AdnKronos

Osama Bin Laden su Facebook

Poco prima dell’11 settembre 2001, Osama Bin Laden aveva chiesto che un’antenna satellitare fosse montata sul suo nascondiglio nei pressi di Kandahar, nel sud dell’Afghanistan, per poter seguire in diretta dalla Tv americane l’attentato contro le Torri Gemelle a New York. Il leader di Al Qaida, tuttavia, non potè godersi lo spettacolo del crollo dei due grattacieli del World Trade Center in quanto per la particolare conformazione della zona in cui si era rifugiato il segnale non arrivava. 

Secondo quanto riferisce il quotidiano britannico Daily Telegraph, a rivelarlo è stato Nasser al-Bahri, all’epoca una delle ex guardie del corpo di Osama, oggi pentito e autore di un libro intitolato "All’ombra di Bin Laden", scritto assieme al giornalista francese Georges Malbrunot. E la notizia che il ricercato numero uno al mondo ha una pagina sul social network piu' famoso ha gia' fatto il giro del mondo. A rivelarlo e' il noto tabloid britannico 'The Sun', secondo cui il leader di al-Qaeda ha una pagina su 'Facebook' nella quale condivide con i militanti video e proclami contro l'Occidente. 

La notte scorsa, tuttavia, alcuni esperti di sicurezza hanno chiesto ai gestori di 'Facebook' negli Usa di chiudere la presunta pagina del leader di al-Qaeda, intitolata al 'Leader dei Mujahedin, Osama Bin Laden'. Secondo un'inchiesta del 'The Sun', Bin Laden, pur avendo attivato la pagina meno di un mese fa, poteva contare gia' su quasi mille 'amici'. Purtroppo per i servizi segreti di tutto il mondo che gli danno la caccia da anni nel profilo di Bin Laden, che contiene messaggi in lingua araba e inglese, non ci sono notizie specifiche su dove si nasconda. Sul link 'indirizzo', tuttavia, c'e' un non meglio specificato "le montagne del mondo".

Fonti: La Stampa | Adnkronos

Minacciato su Facebook per la sentenza Google


Sul suo profilo di Facebook racconta di aver ricevuto «centinaia di email di offesa e minaccia». Ma di non essersi intimidito perché «ho solo fatto il mio dovere di giudice». Oscar Magi, il magistrato finito sotto accusa del popolo del web per la sua sentenza di condanna nei confronti di tre manager di Google Italy in relazione al caso del video del ragazzo disabile torinese, parla in esclusiva con Il Sole24 Ore. «Per mia natura non sono abituato a polemizzare con gli imputati, però mi sembra francamente strano: o non hanno letto bene la sentenza o ho scritto qualche cosa che io stesso non riesco a misurare, come portata. Continuo a pensare che la mia sia una sentenza favorevole al mondo di internet in generale e a Google in particolare». 

«Mi sembra di non aver assolutamente modificato nessun canone fondamentale della rete [...] Uno strumento di libertà e di comunicazione prezioso, direi addirittura indispensabile. Questo però non vuol dire che non debba essere vissuta attraverso il confronto con le regole. Non esiste una zona franca dove tutti possono fare quello che vogliono. Non è così che funziona, per il rispetto che abbiamo di noi stessi e della libertà altrui». Nel 2006 alcuni ragazzi di Torino pubblicano sulla piattaforma Google Video le riprese amatoriali che mostrano le molestie a un ragazzo disabile. 

Il video rimane in linea per due mesi, dall'8 settembre al 7 novembre ma la rimozione avviene due ore dopo la prima segnalazione fatta dalla polizia postale. I ragazzi sono condannati nel dicembre 2008 a dieci mesi di “messa alla prova”, un percorso di recupero che li hai visti costretti a frequentare come volontari un'associazione per disabili. Il 24 febbraio del 2010 arriva la sentenza del giudice Oscar Magi, della IV sezione penale del Tribunale di Milano, che condanna a sei mesi di carcere tre dirigenti di Google. L'accusa è aver trattato per fini di lucro dati personali sensibili. Le motivazioni vengono depositate il 12 aprile. Google sostiene che questa sentenza potrà stravolgere il volto della rete.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Indonesia: la Chiesa cattolica su Facebook


La Chiesa cattolica indonesiana sbarca su Facebook. E lo fa nel Paese con la popolazione musulmana piu' numerosa al mondo. L'obiettivo, come sottolinea padre Bernardus Mardiatmadja, gesuita e professore di filosofia presso l'universita' Driyarkara di Giakarta, e' quello di stringere amicizie in nome della fede. Il religioso ha rivolto l'invito a partecipare a questa piattaforma multimediale nel corso di una conferenza tenutasi a Giakarta sul tema 'Facebook: sfide e benedizioni'. 

Secondo quanto riporta UCAN, un'agenzia di notizie della Chiesa cattolica in Asia, padre Bernardus ha detto che Facebook ''crea uno spazio informale per i giovani'' e che per questo e' necessario che l'istituzione ecclesiastica ne incentivi un uso corretto. La chiesa indonesiana arriva comunque in ritardo sul fenomeno Facebook che spopola in Indonesia, dove e' il sito piu' visitato. Nonostante un gruppo di ulema - i leader islamici - abbiamo suggerito un uso limitato di Facebook, diverse personalita' di spicco dell'Islam indonesiano hanno da tempo una loro pagina, che aggiornano con molta frequenza. 

L'Indonesia, un Paese in cui solo il cinque per cento della popolazione ha il telefono in casa, e' oggi il quinto Stato al mondo, dopo Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia, per l'utilizzo di Facebook. Agli antipodi del globo terrestre è stata già l’Australia, il Paese interamente circondato dall’Oceano, a tuffarsi sul web. A lanciare l’iniziativa nel 2008 fu la Conferenza Episcopale d’Australia che all’agenzia di stampa Fides aveva spiegato: “I social network sono oggi una risorsa e una modalità attraverso cui i giovani si scambiano idee ed entrano in relazione. Per questo abbiamo deciso di incontrarli sul loro terreno e seminare e su Facebook il seme del Vangelo”.
Fonte: Adnkronos/Chiesa Cattolica Italiana

Benvenuti nel nuovo Safety Center di Facebook a tutti gli utenti


Facebook ha rivisto il suo Centro Sicurezza (Safety Center). Nel dicembre scorso Facebook aveva annunciato la formazione del Facebook Safety Advisory Board, un gruppo di cinque organizzazioni di sicurezza Internet leader dal Nord America e in Europa, con compiti di consulenza sulle questioni connesse alla sicurezza online. "La sicurezza è la nostra priorità", ha così esordito un post apparso Martedi scorso sul blog ufficiale di Facebook, scritto dal Chief Security Officer Joe Sullivan, che ha annunciato un nuovo centro di sicurezza all'interno del social network. 

Uno specifico portale contenente una serie di informazioni destinate a genitori, ragazzi, insegnanti e corpi di polizia. Sul post del Blog di Facebook si legge: «Abbiamo quadruplicato i contenuti a disposizione degli utenti relativamente alla questione sicurezza e abbiamo sviluppato un'interfaccia più navigabile e ordinata, in modo da garantire risposte sempre rapide. Quando si va al nuovo Safety Center, vedrete contenuti organizzati per tipologia e per temi quali "affrontare la sicurezza personale" e "risposte a contenuti discutibili". I genitori troveranno informazioni speciali in "sicurezza per i genitori", la sezione con i consigli dei nostri partner e membri del nostro comitato consultivo per la sicurezza, Common Sense Media.

 Questo è solo l'inizio e concentreremo i nostri sforzi per rendere Facebook un posto migliore e c'impegneremo a renderlo più sicuro». Relativamente alla sfera di competenza della polizia, il social network collaborerà nella gestione di un registro di sex offender o nella segnalazione di sospetti terroristi. I reati a sfondo sessuale sono già state banditi dai siti di social networking in alcuni stati, specialmente dopo che MySpace è risultato nel 2007 ospite di almeno 29.000 tra molestatori e stalker e conseguente esplusione di 90.000 profili due anni dopo. Facebook Safety Center dovrà essere un esempio per tutti i siti Web dedicati alla connessione tra individui a mezzo Internet.

Il popolo di Facebook insorge per Emergency


Il popolo del web si mobilita a favore di Emergency. «Io sto Con "Emergency", Liberi Subito» . Continuano ad aumentare di ora in ora, le persone che hanno voluto manifestare anche solo così il loro sostegno ai tre operatori sanitari italiani di Emergency arrestati sabato in Afghanistan. Tanto che le firme sull'appello pubblicato sul sito web di Emergency per la liberazione dei tre operatori umanitari dell'organizzazione di Gino Strada imprigionati in Afghanistan, sono quasi 100 mila. 

Tra i primi firmatari dell'appello ci sono personalità del mondo dell'informazione, tra i quali Paolo Serventi Longhi, Marco Travaglio, Maurizio Costanzo ed Enrico Mentana, della cultura (Inge e Carlo Feltrinelli, Massimiliano Fuksas ), della politica (Nichi Vendola, Claudio Martini e Milly Moratti) e dello spettacolo (Lella Costa, Alessandro Gassman, Amanda Sandrelli, Carla Gravina e Serena Dandini). Sconcerto, dolore, rabbia, ammirazione e come e anche qualche parola di troppo: questi i sentimenti e le emozioni che emergono dai commenti lasciati in bacheca dal popolo del social network. 

Tanti i commenti lasciati dagli 'amici' anche sulla pagina ufficiale dell'organizzazione fondata da Gino Strada (che conta oltre 117mila fan) "Grazie a Emergency perché in ognuno vede il nostro prossimo"; "Sono perplessa, lo stato italiano deve mobilitarsi subito", ci mancherebbe pure che non stessimo con Emergency" "ancora una volta dobbiamo vergognarci di essere italiani"; "massimo rispetto per chi si fa un mazzo così...". Sul sito dell'associazione sotto l'appello «Io sto con Emergency», viene anche ricordata inoltre la manifestazione a favore della liberazione dei tre operatori, prevista per «sabato 17, alle 14.30 in piazza Navona a Roma».

Elezioni inglesi, Facebook per combattere l'astensionismo


L'astensionismo è un problema anche in Gran Bretagna e per combatterlo il Governo inglese ha deciso di utilizzare il social network più famoso del mondo. Da questa settimana, infatti, i 23 milioni di utenti britannici di Facebook, non appena collegati al sito, si troveranno di fronte a un messaggio della Commissione Elettorale che chiede loro se sono iscritti nel registro dei votanti e, se non lo sono, offre un link alla pagina web dove si possono registrare immediatamente.

Sconsacrare la chiesa della Trinità: la pagina su Facebook


Un gruppo di cittadini di Potenza ha creato una pagina su Facebook e sta raccogliendo firme su una petizione, per chiedere di sconsacrare la chiesa della Santissima Trinità dove il 17 marzo è stato ritrovato il corpo di Elisa Claps. Secondo i firmatari, che sono già circa 150, "il ritrovamento del corpo di Elisa rende questo tempio inadatto a continuare a svolgere la funzione di "luogo di culto". 

Nel testo della petizione si fa presente che la richiesta non è influenzata "dalle responsabilità penali legate all'omicidio e all'occultamento del cadavere - si legge nel testo della petizione - che ci auguriamo saranno presto accertate, ed è indipendente dalle convinzioni etiche, morali e religiose di ciascuno dei firmatari". 

"Chiediamo pertanto all'Autorità Ecclesiastica - si legge ancora - che la chiesa venga sconsacrata e i suoi spazi messi a disposizione della collettività per la creazione di una struttura polifunzionale di interesse nazionale - gestita da una Fondazione costituita ad hoc ed intitolata ad Elisa Claps - destinata ad attività strettamente correlate alla prevenzione del maltrattamento e dell'abuso sulle donne e sui minori". 

Viene chiesto inoltre al Comune di Potenza, alla Provincia di Potenza e alla Regione Basilicata di "offrire la propria collaborazione, anche finanziaria, per la migliore realizzazione del progetto". Per i firmatari il progetto è "un segno tangibile per onorare la memoria di Elisa Claps e la dignitosa reazione di una città e di un popolo che sanno dimostrare di non piegarsi ad omertà, connivenze e convenienze". I promotori hanno inoltre specificato che l'iniziativa non è contro la Chiesa intesa come istituzione ma riguarda solo il luogo.

Fonte: Tgcom

Oscurata la pagina pro-scissionisti


La pagina di Facebook intitolata «A’ scission ro rion» (la scissione del rione) che esaltava il clan Amato-Pagano di Scampia, anche detto degli «Scissionisti», è stato oscurata giovedi scorso. Nell’elenco degli scritti figuravano persone dai cognomi evocativi: Stolder, Licciardi, Tolomelli, Chierchia, Chiarolanza, Gallo. Fatto, questo, che aveva suggerito alla polizia postale di non eliminare il sito, utilizzandolo anzi come fonte investigativa, poiché sulla bacheca del gruppo venivano inseriti messaggi che indicavano alleanze fra diverse famiglie. Il dirigente campano della Polposta, Domenico Foglia, aveva messo tre esperti informatici al lavoro per ricavare elementi da trasferire all’autorità giudiziaria e alla squadra Mobile della Questura napoletana. 

Ma giovedi pomeriggio la pagina è stata cancellata e non per volere della polizia. Probabile che si tratti di un’iniziativa presa dall’ufficio di Facebook o magari dello stesso autore per evitar noie, osserva Foglia. Sta di fatto che poco prima dell’oscuramento, in bacheca erano comparsi messaggi del tipo: «Ma tanto che ci possono fare?». Qualcuno rispondeva: «Niente, non ci possono fare niente, devono solo starsi zitti». La maggior parte degli utenti, comunque, si vantava del fatto che la pagina, la cui esistenza era stata rivelata dal Corriere del Mezzogiorno, fosse poi finita nelle cronache di tg e quotidiani nazionali.

Quando qualcuno scriveva «meglio morto che pentito», accompagnando la frase con l’immagine di una pistola, cinquanta utenti esprimevano il proprio apprezzamento e altri commentavano «rimarrete sempre con un conto da pagare», l’aria diventava pesante, e si capiva che la dimensione del gioco era lontana anni luce. Quando in bacheca compariva la foto di una moto con su scritto «e mo jamm a fa stu muort» (e ora andiamo a fare quest’omicidio), uno stuolo di fan gioiva, e uno diceva «voglio vedere il sangue», la necessità di intervenire diventava molto chiara. Il solo ad aver avuto paura di eventuali provvedimenti giudiziari era dunque il creatore della pagina, che comunicava di non voler più scrivere dopo l’interessamento da parte dei media.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Ritrovata la ragazza scomparsa che si era innamorata su Facebook


Flavia Colesanti, la 23enne varesina che non aveva più dato sue notizie da giovedì, è stata rintracciata dai carabinieri di Ventimiglia che hanno subito informato i familiari tranquillizzandoli. La ragazza era partita per andare a Imperia e conoscere personalmente un ragazzo con il quale era entrata in contatto tramite Facebook e del quale si era innamorata. Ma poi non aveva più fatto sapere alla madre dove si trovasse. 

Quando si è allontanata da casa indossava jeans, camicia lilla, giubbotto viola. Viaggiava con un trolley rosso e due borse. Una ragazza "problematica" come la definisce la madre Maria Pia Minin dalle colonne di VareseNews.it che ha deciso di rivolgersi ai mezzi di informazione per segnalare la scomparsa. La ragazza, che soffre di disturbo della personalità e viene seguita in ospedale, era partita spontaneamente giovedì scorso dopo che da tre settimane chattava con un ragazzo di 21 anni di Imperia. 

La giovane non ha mai nascosto alla madre di essersene innamorata e quando ha deciso di partire, la madre non ha opposto particolari resistenze raccomandando però alla figlia di telefonarle. Invece nulla. L'unico suo segnale è stato un sms inviato alle otto dell'altro giorno, tre ore dopo la partenza, per rassicurare la mamma che era arrivata ad Albenga e che in giornata avrebbe fatto sapere l'indirizzo di dove si sarebbe recata. Invece nulla. Da qui la preoccupazione della famiglia e la decisione di rendere pubblica la vicenda. poi, il lieto fine con il ritrovamento.

Fonte: Tgcom24

Terrorismo: minacce Al Qaeda. Frattini su Facebook, intollerabile nuova Monaco


Al Qaeda minaccia ancora l’occidente. Questa volta lo fa attraverso lo sport. Il canale televisivo americano Cbs, ha rilanciato un annuncio fatto pervenire dalla rete terroristica di Osama Bin Laden. Il testo, apparso sul sito estremista Mushtaqun Lel Jannah, è chiaro e abbastanza inquietante: "Che sorpresa sarà quando in un incontro tra Stati Uniti e Inghilterra trasmesso in diretta si sentirà in uno stadio pieno di spettatori il rumore di un'esplosione e ci saranno decine o centinaia di cadaveri".

Il match a cui si fa riferimento verrà disputato il 12 giugno nello stadio di Rustenburg. La fazione terrorista minaccia di usare gli esplosivi che sarebbero impossibili da intercettare per le forze di sicurezza presenti in Sud Africa. L'elenco delle squadre nazionali indicate sono Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania e Italia, insomma paesi accusati di far parte di una "crociata sionista" contro l'Islam.

''Il mondo non tollererebbe una nuova Monaco''. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Franco Frattini in un messaggio pubblicato su Facebook commentando la notizia delle minacce di Al Qaeda agli azzurri e ad altre nazionali impegnate nei prossimi mondiali del Sudafrica. ''La pace che lo spirito olimpico ha affermato ed imposto, di nuovo violata ed insanguinata'', ha spiegato il titolare della Farnesina. 

''Non lo tollererebbe l'Africa che cerca in questi mondiali di calcio una conferma di una promessa di opportunita' e di sviluppo. Non lo tollererebbero tutti coloro che nel mondo guardano allo sport come al campo della pace e della conciliazione e che si battono per la democrazia e le liberta''', ha concluso. Le Olimpiadi estive del 1972 di Monaco, in Germania, divennero tristemente famose per il massacro condotto da un commando di guerriglieri che dopo aver fatto irruzione negli alloggi del villaggio olimpico, prese in ostaggio e uccise 11 membri della squadra olimpica israeliana.

Fonte: Asca

Dopo l'appello su Facebook, rintracciato pedofilo latitante


“Il mio ex marito l’ho sbattuto fuori di casa nel 2003 e cioè quando ho compreso, con molto dolore e rabbia, che aveva ripetutamente abusato della nostra bimba di 3 anni”. Una donna della provincia di Monza che ha sopportato con forza e coraggio 35 udienze che, attraverso tutti e tre i gradi di giudizio, hanno portato alla condanna definitiva di 6 anni e 2 mesi di un padre-pedofilo. Il padre-orco, dopo la denuncia della propria ex moglie, l’ha più volte minacciata di morte. L'uomo, ex imprenditore edile di origine calabrese, a quanto è stato successivamente scoperto dalla ex compagna aveva anche fondato un gruppo su Facebook.

Facebook dice No ai profili del social network usati come ricerca


Pete Warden, un ricercatore indipendente esperto nelle indagini online, ha utilizzato circa 210 milioni di profili facebook per alcune ricerche sulle relazioni tra gli individui. Warden stava per pubblicare la ricerca prima di essere bloccato dai legali di Facebook, i quali gli hanno impedito di pubblicare qualsiasi dato e invitato a distruggere tutto ciò che aveva raccolto. Il motivo, secondo gli stessi legali, è da imputare alle condizioni riguardanti la privacy del social network. 

Il manager sulla policy della società ha sottolineato il fatto che il ricercatore ha rilevato tutti questi dati senza l’autorizzazione di Facebook, e che non è ammissibile la volontà espressa da Warden di voler rendere pubbliche, nonchè gratuite, le informazioni raccolte con questo sistema. Pete Warden ha sottolineato che tutti i dati che è riuscito ad estrapolare dal social network, sono dati resi pubblici dagli stessi utenti, che ha ottenuto senza nemmeno crearsi un account sul sito, “E mai m’iscriveròha aggiunto in una dichiarazione. Dunque informazioni pubbliche, rese disponibili dagli stessi proprietari dell’account, informazioni che chiunque utilizzando un browser può raccogliere, informazioni tra l’altro rese totalmente anonime prima della negata pubblicazione.

L’obiettivo della ricerca era quello di creare una sorta di mappa delle relazioni interpersonali, attraverso la raccolta di tutte le caratteristiche di circa 210 milioni di utenti, che mette in evidenza le modalità attraverso le quali gli individui si aggregano online in base alla propria area geografica d’appartenenza, all’orientamento politico ideologico religioso sessuale etc. Pete Warden, non avendo alle spalle un’azienda che lo proteggesse o che comunque lo aiutasse a sostere le spese per agire attraverso le vie legali, ha gettato la spugna, rinunciando alla pubblicazione dei dati e probabilmente provvedendo a distruggerli.

Fonte: Geekitaly

Sconsy denuncia il suo fake, ragazza effettuava il login col suo nome


Si è imposta in pochi mesi al pubblico televisivo della trasmissione Zelig Circus interpretando il personaggio di Sconsolata, una donna del sud emigrata al nord, che si esprime in un personalissimo dialetto meridionale, parole moderne, termini stranieri e confuse sintassi al limite dell'invenzione.

Facebook acquista Divvyshot per migliorare la condivisione di foto


Facebook ha raggiunto un'intesa per l'acquisizione di Divvyshot, piccola start-up che offre servizi dedicati alla fotografia digitale online. Divvyshot in particolare ha sviluppato soluzioni che consentono le gestione di album digitali e la modifica delle immagini direttamente online. Divvyshot è un sito per la condivisione delle fotografie un po’ diverso dal solito. Le foto, infatti, vengono raccolte in eventi e raggruppano gli scatti di tutte le persone che hanno condiviso foto legate a quell’evento.

Il 13 Aprile il popolo juventino di Facebook a Napoli per sostenere Moggi


Nuovi scenari su calciopoli. La difesa di Luciano Moggi, imputato per associazione per delinquere nel processo di Napoli, lavora su migliaia di telefonate mai sbobinate. I legali provano a dimostrare che i contatti tra dirigenti e designatori arbitrali fossero un malcostume diffuso e non un’esclusiva dell’ex direttore generale della Juventus. Del materiale riguarda l’ex addetto agli arbitri del Milan Meani, che parla con Bergamo dei direttori di gara da sorteggiare per la sfida-scudetto tra i rossoneri e la Juventus del maggio 2005. 

La griglia, in effetti, fu quella e Collina fu sorteggiato per la gara. Altre intercettazioni starebbero per uscire: contenuti imbarazzanti, innanzitutto sul piano della lealtà sportiva. Nell’udienza del 13 aprile, il tribunale di Napoli dovrà decidere se ammettere nel processo il nuovo materiale. La battaglia legale continua e Facebook si mobilita per sostenere Luciano Moggi. Dopo le recenti nuove intercettazioni che sono emerse dal processo il mondo di Facebook che ancora crede e sostiene l'ex dg bianconero ha deciso di organizzare una manifestazione di sostegno nei confronti del grande accusato del processo che il prossimo 13 aprile vivrà il suo ennesimo capitolo.

L'appuntamento è a Napoli, proprio il prossimo martedì quando si tornerà in aula. Ecco cosa dice il gruppo: «Martedì 13 Aprile 2010, tutti gli Juventini di Napoli (e non solo) che vogliono andare a sostenere Luciano Moggi alla prossima udienza a Napoli, il 13 Aprile 2010 alle ore 9 dovranno presentarsi davanti al Centro Direzionale.Si svolgerà una manifestazione di solidarietà verso Luciano Moggi e dargli tutto il nostro calore. Nulla contro l'accusa, un incontro civile!».

Fonte: Raisport | Tuttosport

L'Antica Roma su Facebook


Su Facebook è possibile consultare un album fotografico unico nel suo genere, che ritrae la Capitale così com’era una volta. Istantanee ingiallite e immagini d’epoca, tenute in soffitta o cassetto, finché i legittimi proprietari non le hanno restituite al web. Tutto grazie alla pagina «Roma sparita», che contiene al suo interno più di 6mila fotografie (ma anche disegni, acquerelli, incisioni) e che vanta oltre 60mila fan. A «postare» le fotografie sono gli utenti stessi. Per chi avesse intenzione di partecipare il regolamento parla chiaro: benvenute sono le immagini delle vie, delle piazze, dei ponti, dei parchi, dei fiumi. Basta che si capisca che siamo a Roma. 

Protagonista l’evoluzione storica e urbanistica della città. Le foto infine devono essere state fatte prima del 1990. Si raccomanda poi d’inserire una didascalia con la fonte di provenienza della fotografia e l’anno in cui è stata scattata. Nella pagina trovate la Roma d’inizio secolo o quella della seconda guerra mondiale, la Roma dei filobus, delle prime macchine per strada, quella delle carrozze a cavallo, una Roma ancora tutta da costruire, o in via di costruzione. E così una foto tira l’altra e i commenti della gente sprizzano entusiasmo da ogni lettera. 

C’è chi plaude alla bella iniziativa, chi riconosce il macellaio dal quale si riforniva la nonna, chi esulta per aver ritrovato la casa dove viveva con i genitori da piccolo. E poi c’è chi si lascia prendere dai ricordi e dopo aver finito di sfogliare l’album virtuale si emoziona, versando anche qualche lacrima di commozione. Nella descrizione della pagina leggiamo: 

«Roma sparita è l'evoluzione e la naturale trasformazione del gruppo "Foto di Roma sparita". Tutti possono inserire foto, disegni , acquarelli, incisioni, foto di cinema, foto di libri, progetti, planimetrie, che testimoniino Roma com'era». Sulla bacheca Non mancano poi le richieste specifiche. «C’è niente su via Castelfidardo, zona Termini?», chiede Roberta. «Cerco foto di via Lanciani o di via Livorno, vicino alla stazione Tiburtina», lancia un appello Misha. Ma c’è anche chi dopo essersi goduto gli scatti a disposizione si limita semplicemente a lasciare scritto: «I love Roma».

Fonte: Il Giornale

Una candela per l'Aquila


Alle 3.32 del 6 aprile 2009 una scossa di magnitudo 5.9 ha cambiato il volto dell'Abruzzo e la vita dei suoi abitanti: 308 vittime sotto le macerie, l'Aquila e decine di comuni devastati e sfigurati. Ora l'Abruzzo si prepara a ricordare le sue vittime, il primo anniversario del sisma prevede due giorni di celebrazioni solenni, che culmineranno con la lettura, nell'ora esatta del sisma dei nomi delle vittime a Piazza Duomo e la messa nella Basilica di Collemaggio. 

Ma gli aquilani non saranno soli: 19.000 utenti hanno aderito su Facebook all'iniziativa "Una candela per L'Aquila", nata sul social network per chi non potrà essere la notte tra il 5 e il 6 aprile alla fiaccolata che partirà dal capoluogo abruzzese, dalla Fontana luminosa, ma vuole unirsi idealmente al ricordo. L'invito degli organizzatori infatti è rivolto a tutti gli italiani, perché si uniscano alla "Notte della memoria", accendendo una candela, una luce dovunque siano, in ricordo delle vittime e per ringraziare tutti gli angeli del sisma. 

Nelle info del del gruppo leggiamo: "Accendere una candela, un lume, lasciare accesa una luce in una stanza nella propria casa la notte tra il 5 e il 6 aprile in ricordo del vittime del terremoto aquilano e come segno di ringraziamento a tutti coloro che si sono adoperati con grande slancio solidale per soccorrere e sostenere i bisogni dei terremotati in questo lungo anno di sofferenze. Raggiungi tutti gli "amici" invitandoli ad aderire al gruppo "Una candela per L'Aquila". Diamo loro la possibilità, se lo vorranno, di esprimere la solidarietà, la partecipazione ideale o diretta alla "Notte della memoria".

Fonte: Apcom

Su Facebook il diario dei bulli


Pestaggi, furti e scippi. Tre ragazzi arrestati dopo mesi di scorribande raccontate sul social network. Aveva appena quindici anni Andrea quando è diventato Pitbull. Alle spalle aveva una famiglia difficile le angherie inflittegli dai compagni di classe. "Ero vestito da sfigato pesante, vedevo gli altri gagni che erano tutti firmati come piccoli gay e mi sentivo rifiutato. In terza media ero più sfigato di prima, mi avrebbe picchiato anche Fantozzi, mi tiravano schiaffi e abbassavo la testa..." ha scritto su Facebook. L'incontro con Omar e un altro coetaneo però lo aveva radicalmente cambiato. Mi sentivo un Dio, potevo avere tutto, tipe e rispetto, così per festeggiare iniziai a fondermi con l'alcol, proprio come fanno i vip con la coca...". 

Andrea D., alias Pitbull, alias Drew oggi ha 20 anni e da ieri è in una cella del carcere della Vallette. I carabinieri della Compagnia di Venaria lo hanno arrestato dopo che la telecamera di una tabaccheria lo ha immortalato mentre con i due complici aggrediva un gruppo di ragazzi, pestati e derubati di pochi euro. Gli investigatori però sospettano che la gang capeggiata da Pitbull e formata da Omar L., 20 anni, nome in codice Toro e da D. G., 16 anni, detto Jena (anche loro arrestati) abbia seminato il terrore nella periferia torinese per mesi. 

Pitbull infatti ha annotato le sue imprese criminali non solo su Facebook ma anche su un diario dalla copertina colorata e ora nelle mani dei carabinieri. È quindi lo stesso Pitbull a raccontare la storia della gang, scrivendo: "Picchiavo la gente senza motivo. Poi iniziammo a scippare a Torino centro, come una droga. Cioè non vi era tutto questo bisogno di farlo ma sembrava scontato, centro corrispondeva a scippare, di pomeriggio e di sera, all'uscita delle discoteche. Un gruppetto si allontanava nel viale, arrivavo e incazzato dicevo: "Datemi i soldi!". E quasi sempre gli tiravamo uno schiaffone o un calcio per convincerli meglio...". Tra di loro dicevano: "Se quello sfigato ha l'iPhone, non vedo perché non possiamo farcelo anche noi".

Fonte: La Repubblica

Crescono i reati sessuali collegati a Facebook


Lo scorso anno 90.000 utenti di MySpace erano stati espulsi dal sito di social networking nell’ambito dell’operazione «tolleranza zero» avviata dal portale di proprietà della divisione digitale di Fox Interactive Media di News Corp., il gruppo di Rupert Murdoch. Espulsi perché si sarebbe trattato di molestatori, di stalker, che sfruttavano le potenzialità di MySpace per andare a caccia delle loro prede sessuali. 

L’azione di contrasto al fenomeno delle molestie sessuali on line era nata in seguito alla citazione in giudizio proposta da un gruppo di procuratori statunitensi guidati da Richard Blumenthal e Roy Cooper. Blumenthal parlava di una situazione assolutamente spaventosa e totalmente inaccettabile che dimostra come i siti di social networking siano pieni di predatori sessuali. 

Se la risposta di MySpace è apparsa forte, l’allarme ora investe il numero uno dei social network, Facebook. Secondo John Cardillo, un ex agente di polizia che si occupa di snidare gli stalker on line, Facebook dispone di un bacino di utenza enorme che fa gola a tutti i predatori sessuali. 

In Gran Bretagna, sono in costante aumento i reati connessi all'utilizzo di Facebook, secondo i dati della polizia del Nottinghamshire. Le denunce che in qualche modo coinvolgono il social network sono salite in un anno del 346% e tra l'aprile 2009 allo scorso marzo le denunce sono state 58. Sei finora i condannati per reati di vario tipo, in maggioranza relativi a molestie sessuali.

Frase contro il clero su Facebook e si dimette assessore


Questa volta è un assessore di un Comune della provincia di Modena, Carpi, ad utilizzare le proprie pagine di Facebook per fare allusioni offensive. Dopo aver scatenato un putiferio e aver provocato l'ira dei cattolici dentro al Pd, l'assessore alle Politiche sociali e al volontariato Miria Ronchetti ha rassegnato le dimissioni. Dimissioni che verranno valutate nelle prossime ore dal sindaco Enrico Campedelli. La frase incriminata è stata scritta ieri dall'assessore Ronchetti: 

"Mi viene in mente un pensiero molto cattivo, non è che i preti non vogliono l'aborto perchè vogliono tanti bambini a loro disposizione?". La frase, che circolava da diverse ore sulla Rete, ha scatenato diverse polemiche anche tra gli esponenti della maggioranza del Pd che amministra il Comune modenese. Nel pomeriggio Ronchetti ha provveduto a cancellare la frase dalla pagine di Facebook e prima di recarsi dal sindaco per rassegnare le dimissioni ha spiegato le ragioni del suo gesto: "Manifesto rammarico per la spiacevole e infelice battuta dovuta al clima di tensione che si respira in questi giorni". 

Dopo l'incontro il sindaco Campedelli ha diramato una nota: "Non esistono attenuanti per qualificare le infelici esternazioni che ledono in modo profondo la sensibilità di milioni di persone. Da qui la mia ferrea contrarietà nell'accettare battute del genere su temi così delicati soprattutto se pronunciate da persone rappresentanti delle istituzioni". Campedelli ha poi aggiunto di riservarsi di valutare nelle prossime ore le dimissioni presentati da Ronchetti.

Fonte: Virgilio Notizie

Giornata nazionale contro la pedofilia: tocca al popolo di Facebook


Il 5 maggio prossimo sarà la Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia. Trattasi della seconda edizione d'una iniziativa voluta con forza dalla Fondazione Luca Barbareschi. Lo scopo è quello di «far arrivare ai bambini un forte messaggio di vicinanza da parte degli adulti per infrangere il silenzio che spesso diventa l’ostacolo più difficile da superare per chi ha subito una violenza». Perciò il 5 maggio sarà l'occasione per «valutare i passi avanti nella lotta contro la pedofilia e garantire ai bambini italiani un futuro più sereno».

La lotta alla pedofilia non ha colore politico e questa battaglia bisogna combatterla tutti insieme, uniti. La Rete non può esimersi dall'affrontare medesimo discorso: vista più come community che non come strumento, spesso la Rete è stata tirata in ballo attribuendo al canale responsabilità non propriamente e non esclusivamente sue.

E sono in tanti su Facebook ad abbracciare la causa, attraverso l'evento organizzato sul social network in blu. La giornata nazionale contro la pedofilia ha l’ambizioso obiettivo di far arrivare ai bambini il messaggio di vicinanza da parte degli adulti: così come per gli adulti è difficile cogliere i segnali del disagio e della sofferenza dei più piccoli, spesso il silenzio diventa l’ostacolo più difficile da superare per chi ha subito una violenza. Per sconfiggere la piaga orribile della pedofilia l’approccio è quello della prevenzione attraverso atteggiamenti di apertura e dialogo tra bambini ed adulti, attraverso le parole, il gioco, il confronto e l’ascolto.

Le Hit Parade anche su Facebook


Da oggi gli utenti di Facebook potranno avere le classifiche dei dischi piu' venduti grazie a una nuova applicazione disponibile sulla piattaforma e su sito della FIMI all'indirizzo www.fimi.it. Tutti gli utenti potranno cosi' disporre gratuitamente delle classifiche di vendita e dei brani piu' scaricati sulle proprie pagine di Facebook, dando visibilita' ai successi dei propri artisti preferiti. Oltre alle chart potranno anche inserire le news rilasciate da FIMI e dalle aziende associate grazie al widget realizzato da K Group www.kgroup.eu.

La FIMI (Federazione dell'Industria Musicale Italiana), è una federazione che rappresenta circa 2500 imprese produttrici e distributrici in campo musicale e discografico. FIMI opera un servizio di monitoraggio quotidiano di tutti i procedimenti legislativi nazionali ed internazionali di interesse per la categoria; produce relazioni e proposte normative, nonché interfaccia i rappresentanti delle maggiori istituzioni nazionali e locali.

"Molti dei fan che seguono con attenzione le classifiche di vendita ci hanno chiesto più volte di poter dare visibilita' alle charts sulle proprie homepage e questa applicazione risponde a tale esigenza", ha spiegato il presidente di Fimi Enzo Mazza. Prossimamente la federazione rendera' disponibile anche l'applicazione music charts per Iphone. Tutte le principali informazioni riguardanti il mercato della musica e i link alle classifiche settimanali sono già presenti sulla pagine Facebook, Twitter e Myspace di Fimi.

Via: SkyTg24