Gran Bretagna: giurata usa Facebook e finisce in prigione


La prima giurata alla sbarra per aver usato Facebook durante un processo e' stata condannata a otto mesi di prigione. Joanne Fraill, una madre di tre figli di 40 anni, ha ammesso di essere andata sul social network per scambiare messaggi con Jamie Steward, un imputato poi prosciolto in un processo in corso per droga a Manchester. La donna ha confessato di avere anche usato Internet per fare una ricerca sull'ex partner di Steward, Gary Knox, un co-imputato, mentre la giuria stava ancora deliberando. La scoperta della loro conversazione è avvenuta quando il procedimento stava quasi per chiuedersi. Mancavano ancora i verdetti di altri imputati mentre la Sewart era stata già giudicata 'non colpevole' durante le loro chattate. Tutto ciò ha portato all'annullamento del processo. La ripetizione del procedimento costerà ai contribuenti sette milioni di euro. La dura condanna, ha spiegato l'avvocato dello stato Edward Garnier a verdetto avvenuto, ''servira' di avvertimento e deterrente per altri come lei''. Nei giorni scorsi il Times aveva condotto un'inchiesta scoprendo che molti giurati affermano sulla loro pagina Facebook di aver gia' deciso se un imputato e' innocente o colpevole, prima ancora di aver sentito tutte le prove. Nel suo verdetto il giudice Igor Judge ha sostenuto che un cattivo uso di Internet da parte di un membro della giuria e' ''una irregolarita' grave e un oltraggio alla corte''. Secondo il magistrato la Fraill con il suo comportamento ''ha violato gli ordini dati per il buono svolgimento del processo''.

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