Women2drive: donne saudite in piazza per diritto a guida


Il vento del cambiamento che ha investito negli ultimi mesi il mondo arabo sembra essere giunto anche in Arabia Saudita, dove è prevista per oggi la prima azione ufficiale, dopo quella del 1991, per chiedere al re Abdullah l'abolizione della norma che proibisce alle suddite del regno di guidare. Nonostante l'arresto della sua principale organizzatrice, Manal Al Sharif, e le numerose intimidazioni ricevute, il movimento Women2drive non si è dato per vinto, sostenuto da una vivace mobilitazione. La campagna deve proseguire "fino alla pubblicazione di un decreto reale che autorizzi le donne a guidare", si legge sulla pagina Facebook degli organizzatori. Nessuna legge in particolare vieta alle donne di guidare, ma le autorità si basano su un editto religioso (fatwa), promulgato nel regno le cui leggi si ispirano ad una versione rigorista dell'islam, e invocano l'opposizione dei potenti religiosi conservatori per mantenere il divieto. Le donne pertanto sono costrette a servirsi di un autista o, se non ne hanno i mezzi, a dipendere dai maschi della loro famiglia. Le attiviste hanno chiesto alle donne di prendere delle iniziative individuali. E in una serie di raccomandazioni su Facebook, hanno chiesto loro di indossare umilmente il velo e di esibire "la bandiera saudita e il ritratto di re Abdallah a riprova del loro nazionalismo". Le promotrici della campagna chiedono inoltre alle donne di "avere preferibilmente un uomo accanto per proteggerle. Se sarete arrestate, non abbiate paura, dovrete solo firmare un impegno scritto". Già pronto su YouTube un canale dedicato all'evento dove potranno confluire i video di quanti sceglieranno di appoggiare la sfida delle saudite.

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