Test sopravvivenza in un liceo, senza Facebook per sette giorni


"Mia mamma non ci credeva, invece ce l´ho fatta". Dopo sette giorni senza mandare sms e chattare in Facebook, Caterina esulta. E scatta l´orgoglio della seconda A del Righi. Si sentono quasi eroi, quelli che possono stare senza tv-computer-telefonino, i sopravvissuti, i protagonisti di un digiuno impossibile, almeno agli occhi degli adulti. 

"Che soddisfazione", dicono ora alla professoressa di Lettere, Matilde Maresca. È lei che ha lanciato la sfida: l´astinenza dalle nuove tecnologie, quelle da cui si sentivano più dipendenti, per una settimana. Al rientro dalle vacanze di Natale faranno un giorno a settimana, a rotazione, di black out: chi spegnerà la tv, il pc o il cellulare, chi non giocherà alla 'play' per 24 ore. 

Così sino alla fine dell´anno. È la rivincita della Net generation. Ma a mezzanotte e un minuto di domenica, quando la prova è terminata, che è successo? Diego risponde per tutti: "Dormivamo". Ma qualcuno rompe gli indugi. Lorenzo confessa: "Mi sono messo su un cd degli Iron Maiden, il metal a cui avevo rinunciato, è la mia debolezza. A volume basso, però". 
Federico ha acceso il computer: "Non potevo rinunciare a sapere cosa era successo nella pagina di Lady Gaga". Difficile è stato organizzarsi per la serata o la partita a basket: chi ha rispolverato il telefono di casa, chi si è perso qualche amico all´appuntamento. "Almeno ci siamo confrontati tra persone reali", osserva Filippo. 

Ci tengono a non sentirsi diversi. "Non siamo cambiati, mica siamo diventati hippies! Solo che ora sappiamo usare più responsabilmente il telefonino o il computer". Non rinunceranno a chattare o agli sms, certo che no. "Ma non era questo lo scopo", osserva l´insegnante. "L´idea era proporre un uso più consapevole delle tecnologie".

Tratto da: La Repubblica (Bologna)
Articolo di Ilaria Venturi

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