Paul Ceglia rivendica nuovamente la proprietà di Facebook


Neanche il tempo di gioire per il risultato incassato nei giorni scorsi, quando la corte di appello ha respinto il tentativo dei gemelli Winklevoss di riaprire la causa relativa all’indennizzo versato nel 2008 per il furto dell’idea originale alla base di Facebook, che Mark Zuckerberg deve fare i conti con un'altra minaccia legale mossa da un altro partner tradito, Paul Ceglia.

Ceglia sostiene di aver siglato nel 2003 un accordo che gli darebbe oggi diritto alla titolarità di metà delle azioni di Facebook. Il progetto del social network era ancora nella fase iniziale (TheFacebook.com) e l’uomo vi avrebbe contribuito con duemila dollari salvo poi, a suo dire, essere raggirato da Zuckerberg, che l’avrebbe convinto che il sito era un fallimento e non valeva la pena continuare.

Una prima azione legale è stata intentata nello scorso luglio, senza grande successo, alla luce di una vecchia condanna per frode di colui che lo staff di Facebook definì subito un impostore. Ora però l’uomo, che oggi di professione fa il commerciante di pellet, viene assistito dal prestigioso studio legale internazionale DLA Piper e forte di nuovo materiale probatorio, in particolare di una dozzina di vecchie email che, a suo dire, sarebbero state scambiate fra lui e Zuckerberg fra il luglio 2003 e il luglio 2004.

In questi messaggi Zuckerberg riconoscerebbe il contributo finanziario erogato da Ceglia per sostenere la nascita di Facebook. Si tratta di una causa fraudolenta intentata da un condannato per truffa e non vediamo l’ora di difenderci in tribunale - ha dichiarato l’avvocato Orin Snyder dello studio Gibson, Dunn & Crutcher LLP.

Via: La Stampa

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