Facebook e simili non convincono i manager aziendali italiani


Facebook, You Tube, Twitter. Sempre più aziende nel mondo credono nell’utilità di queste grandi piazze virtuali per fare affari. Attraverso i social network le imprese possono incontrare il cliente e farsi pubblicità, ricevere critiche utili a migliorare il prodotto, capire i gusti dei potenziali acquirenti e attuare campagne mirate. E’ possibile persino chiudere compravendite online su siti di social ecommerce come Groupon. Il fenomeno sta crescendo così tanto che la società di ricerca Gartner è convinta che entro il 2014 il 20 percento delle comunicazioni professionali avverrà tramite i social media anziché attraverso gli strumenti convenzionali. E che entro il 2015, quattro aziende su cinque subiranno perdite di redditività se non saranno in grado di supportare un servizio al cliente Web based su dispositivi mobili come smartphone o tablet. Eppure in Italia manager e imprenditori non sembrano del tutto convinti delle potenzialità del social networking, secondo uno studio della Sda Bocconi, presentato mercoledì scorso a Milano durante Social Media Week 2011. Lo studio si è basato su un campione di amministratori delegati e dirigenti di oltre mille aziende italiane. Il risultato? Nonostante oltre un’impresa su tre dichiari di aver compreso l’importanza dei nuovi strumenti di comunicazione soprattutto "per avere giudizi non filtrati sulla bontà dei prodotti", indagando meglio si scopre che due aziende su cinque (il 38 percento) ritengono che i social network richiedano però un eccessivo dispendio di tempo. E addirittura una su cinque non ha dubbi: Facebook, Twitter e simili: "non producono nessun ritorno a livello di fatturato".

Fonte: La Repubblica

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