Rasmussen su Facebook: "Impedire a Gheddafi di prevalere"

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Operazione Odyssey Dawn, Odissea all'alba: dalla terra e dal mare, bombe su Tripoli, Misurata, Bengasi. Forze americane ed europee hanno lanciato ieri contro il regime di Muammar Gheddafi un pesante attacco aereo e missilistico, la prima fase del più vasto intervento internazionale nel mondo arabo dall'invasione dell'Iraq. Un'operazione autorizzata contro le postazioni antiaeree integrate libiche e contro le forze di terra di Gheddafi che nella notte di sabato avevano proseguito l'avanzata verso Bengasi, in violazione del cessate il fuoco richiesto dalla risoluzione 1973 dell'Onu. Gli obiettivi dell'attacco sono stati chiariti da fonti della Nato e del Pentagono: la missione imporrà il rispetto della "no-fly zone" decisa dalle Nazioni Unite e impedirà al raìs di usare gli aerei per colpire le forze ribelli nella Cirenaica, la Libia orientale. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, aveva chiesto nei giorni scorsi al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di trovare rapidamente un accordo sulla risoluzione in merito alla Libia, dove - aveva detto - "il tempo sta scadendo" se si vuole impedire che Muammar Gheddafi abbia la meglio. "Se Gheddafi prevale, si mandera' un segnale chiaro che la violenza paga; il che sarebbe inaccettabile da un punto di vista umanitario e democratico", aveva scritto Rasmussen sulla sua pagina Facebook. Rasmussen aveva ripetuto che la Nato e' pronta a proteggere la popolazione civile se ci sono "una necessita' dimostrabile, una base legale chiara e un forte sostegno regionale". E l'accordo è stato raggiunto in tempi brevi.

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