Sacerdoti omosessuali ricattati su Facebook, due arresti


Gli chiedevano amicizia su Facebook e una volta entrati in confidenza scattava il ricatto. Soldi in cambio del loro silenzio. È così che alcuni preti omosessuali (12 quelli identificati finora) sarebbero finiti nella rete di due estorsori arrestati a Bagnoli del Trigno dai Carabinieri di Lagonegro e Agnone. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti i due una volta scoperte le tendenze sessuali dei religiosi, cominciavano a chiedere soldi, fingendosi a loro volta gay. All'inizio poche centinaia di euro, poi somme sempre più consistenti. Facile per loro riuscire ad avere quel denaro, considerando che altrimenti sarebbe scoppiato un vero e proprio scandalo. Perchè nei casi in cui i preti si rifiutavano di cedere al ricatto, i due non esitavano a minacciarli di rivelare quell'inconfessabile segreto. La vicenda si svolge fra Molise, Emilia-Romagna, Lazio, Puglia e Sicilia, le terre di missione dei preti coinvolti, tutti di età compresa fra 40 e 50 anni: è venuta però fuori per le indagini fatte dai Carabinieri di Lagonegro (Potenza). Forse sulla base di una voce popolare, avevano creato profili su Facebook in cui si erano dichiarati gay: fra gli amici, anche i sacerdoti che avevano relazioni fra loro. Prima richieste contenute, nell'ordine di poche centinaia di euro. Poi, quando hanno fatto una richiesta più grande, il sacerdote ricattato ha detto basta, raccontando tutto ai Carabinieri. I malfattori sono finiti in carcere con l'accusa di estorsione aggravata e continuata. Intanto sono state eseguite perquisizioni nelle abitazioni dei sacerdoti alla ricerca di elementi utili all'indagine. Non esisterebbero filmati o foto dei rapporti fra i sacerdoti.

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