Collaboratori di giustizia comunicavano via chat su Facebook


I pentiti baresi si metterebbero d’accordo, attraverso la chat di Facebook, sulle versioni da rendere agli inquirenti. E' soltanto un'indiscrezione che è trapelata negli ambienti investigativi e che, da alcuni giorni, circola anche tra gli avvocati penalisti baresi. Alcuni collaboratori di giustizia, con identità false create per non essere riconoscibili, comunicherebbero via internet,  chat su Facebook, per decidere cosa dichiarare a pm e investigatori per essere ritenuti più credibili. Pentiti che, alla luce di questa indiscrezione, potrebbero rilevarsi inaffidabili. L’indiscrezione non ha trovato ancora conferme, anche se sembra che la magistratura stia indagando per capire l’attendibilità della notizia. Qualche giorno fa, dal carcere, il collaboratore di giustizia del clan Di Cosola Antonio Roberto inviò una lettera in cui chiedeva scusa ai suoi ex compagni di crimine per essersi pentito, annunciando che avrebbe ritrattato tutto quanto dichiarato sinora. "Voglio ritrattare tutto. Purtroppo ho sbagliato ma in quel momento non ero io, non so cosa mi e' preso, ma ora che sono lucido voglio sistemare tutto", sono alcuni stralci della lettera. Destinatari della missiva alcuni detenuti del clan a cui Roberto chiede scusa, riferendosi alla decisione del pentimento come un momento in cui 'aveva perso la testa'. La lettera potrebbe costare a Roberto l'esclusione dal programma di protezione riservato ai collaboratori di giustizia.

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