Bandito riconosciuto su Facebook, per Gup prova non valida


La vittima riconosce il suo rapinatore su Facebook, anche in un successivo confronto all'americana, ma il giudice per l’udienza preliminare assolve il malvivente perché ritiene non valida la prova del riconoscimento, in quanto avvenuta attraverso il social network più frequentato in Rete. Il fatto risale al 2009 e avvenne a Genova. Le vittime della rapina, nel febbraio del 2009, in via Caprera, a Genova Sturla, erano due ragazzini, che erano stati aggrediti da due banditi, uno armato di coltello e l'altro con un pitbull al guinzaglio. I due avevano seguito i due giovani e, minacciandoli di aizzare contro di loro il cane, avevano preteso un gicaccone e i soldi che avevano con sè. Ottenuto quello che volevano, si erano allontanati. In seguito alle indagini, uno dei due malviventi era stato rintracciato dalla polizia, che lo aveva messo sotto indagine. Il secondo era stato indicato come complice. Ma proprio quest’ultimo è stato individuato su Facebook da una delle vittime, e di conseguenza era stato incriminato e rinviato a giudizio. Il suo difensore, l'avvocato Andrea Ciurlo, aveva chiesto il rito abbreviato. E al termine, è arrivata la decisione del gup Annalisa Giacalone di assolvere il giovane, perché la deposizione della vittima non lo ha convinto a sufficienza. D'altra parte, lo stesso pm Francesco Pinto, che sostituiva il collega Luca Scorza Azzarà, ha chiesto al giudice l'assoluzione per insufficienza di prove.

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