Compito di matematica su Facebook, smascherata studentessa


Non sa come risolvere il compito in classe di matematica, allora lo fotografa con il telefonino e lo pubblica in Facebook, nella speranza che qualcuno le posti la soluzione. E' accaduto ieri mattina alle 11, nel Liceo linguistico paritario Galilei di Treviso, protagonista una studentessa del secondo anno: "circa un'ora fa tramite iPhone xy Aiutatemiiii". Peccato che a notare la richiesta di aiuto sia stato un anonimo che ha pensato bene di girare l'invocazione sia ai dirigenti scolastici che ai giornali locali. Dopo la soffiata la prova è stata immediatamente annullata. Sui provvedimenti a carico della studentessa la scuola ha opposto un fantomatico "diritto alla privacy". Ma di certo i suoi compagni di classe non saranno stati felici di vedersi annullare un compito che, tra l'altro, in molti avevano ampiamente terminato, considerata la non eccessiva difficoltà di risoluzione. Bramanti e Travaglini hanno un’idea ben precisa dei motivi per cui molte persone incontrano difficoltà nello studio della matematica; difficoltà riconducibile a due carenze. Una riguarda i prerequisiti: essendo lo studio della matematica organizzato in un percorso logico molto sequenziale, ogni eventuale periodo di difficoltà comporta una debolezza nell’affronto delle fasi successive, che non sempre viene risolta. L’altra carenza è dovuta al particolare metodo di studio che la matematica richiede di sviluppare: bisogna comprendere la necessità di un linguaggio preciso e saperlo utilizzare quando necessario, familiarizzarsi con gli strumenti logici e il simbolismo matematico, comprendere le giustificazioni dei risultati verificandone i passaggi e riutilizzandole in situazioni analoghe. In sintesi: fare propria una certa forma mentale che privilegi sistematicamente il ragionamento rispetto alla memorizzazione e all'applicazione di schemi meccanici.

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