Facebook respinge le accuse formulate da Assange di spiare utenti


Facebook è "il più terrificante strumento di spionaggio mai inventato", una fonte inesauribile di informazioni per l’intelligence americana, che si avvale gratuitamente di dati che altrimenti richiederebbero grandi sforzi in termini di tempo e denaro. 

In un’intervista rilasciata all’emittente moscovita Russia Today, Julian Assange ha preso di mira il social network più popolare del pianeta, ma non ha risparmiato nemmeno Google e Yahoo, per poi affrontare i temi di attualità come le rivoluzioni che hanno cambiato la fisionomia del mondo arabo, la situazione di Guantanamo e i suoi rapporti con i media. 

La risposta di Facebook non s'è fatta attendere: "il social web non è una macchina di spionaggio, anzi, per accedere ai dati di un indagato le forze dell'ordine devono avere il mandato della Corte e compilare un modulo interno". Forbes ha riportato le dichiarazioni difensive di Facebook, che ha smentito categoricamente l'esistenza di una interfaccia ad hoc ad esclusivo uso dell'intelligence americana. 

Facebook ha precisato, infatti, che per entrare in possesso di tutte le informazioni sugli iscritti (compresi elenco contatti, posta e quant'altro) CIA e FBI devono presentare un mandato firmato dalla Corte, come previsto dalla legislatura vigente. 

Secondo il portavoce di Facebook, la procedura in caso di indagini prevede che gli investigatori compilino un ulteriore modulo interno che viene valutato da un ufficio preposto alle funzioni legali, prima di poter procedere. L'azienda ha già messo in discussione almeno un mandato e che spera di stabilire un precedente legale per poter rifiutare in futuro richieste dello stesso genere.

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