Thyssen: brucia l'operaio su Facebook, Procura apre inchiesta


La Procura della Repubblica di Torino ha aperto un'inchiesta per individuare chi ha aperto su Facebook una sorta di Gratta e vinci con i 7 volti delle vittime della Thyssen all'indomani della sentenza, dopo la denuncia dell'unico sopravvissuto al rogo, l'ex operaio e onorevole Antonio Boccuzzi e le querele firmate dai familiari dei morti. La speranza è che dal social network arrivino risposte e in tempi brevi, per imprimere una accelerazione alle investigazioni della Polizia Postale. "Facebook di solito accoglie le richieste di informazioni e fornisce la documentazione - spiegano gli addetti ai lavori - Per la società di Palo Alto, in base al decreto legislativo che nel 2003 ha recepito la direttiva Ue in materia, responsabilità rispetto ai contenuti memorizzati non ce ne sono, a meno che non si dimostri che ne fosse a conoscenza oppure se non li avesse oscurati se e quando richiesto". Il magistrato raffaele Guariniello ha aperto un’indagine per diffamazione a mezzo stampa che la giurisprudenza estende alla Rete. L'ignobile pagina era amministrata da tale Giulia Federici (identità di falsa), ed era introdotta da queste informazioni sul sacrificio dei lavoratori: "La Corte d’Assise non ha riconosciuto le responsabilità effettive dei 7 operai che, per mancanza di professionalità, inadempienze varie e forse abuso di alcolici e droghe leggere, ignorarono le misure di sicurezza.... Con sorpresa e sgomento si è appreso che i parenti saranno risarciti con un milione di euro. Uno di loro è svenuto dalla gioia....". La sentenza Thyssen, storica e discussa, perché si è conclusa con il riconoscimento dell'omicidio doloso e non colposo, continua a far discutere e su più fronti.

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