Winklevoss perdono appello e ricorrono alla Corte Suprema degli Usa


I gemelli Cameron e Tyler Winklevoss, che hanno accusato Facebook di aver rubato loro l'idea del social network, hanno perso l'ennesimo appello e pensano di ricorrere alla Corte Suprema americana. Non sono riusciti a convincere la Corte d'Appello di San Francisco di riconsiderare la decisione dell'11 aprile: ha stabilito che il risarcimento di 65 milioni di dollari ricevuto nel 2008 da Mark Zuckerberg e' equo e che i due non hanno il diritto di contestare un accordo raggiunto in precedenza.

L’appello trae origine da un accordo negoziale tra i Winklevoss e Narendra, firmato con il più grande social network del mondo del 2008, dopo aver dichiarato che Zuckerberg aveva loro "rubato" l’idea per un sito di social networking che loro ricorrenti avevano chiamato ConnectU. Era già stato riconosciuto loro un indennizzo "liberatorio" di 65 milioni di dollari, a seguito del quale ogni ulteriore lite in materia avrebbe dovuto essere scongiurata.

Dopo la firma dell’accordo, però, i ricorrenti hanno affermato che i 65 milioni erano una cifra arbitrariamente stabilita da Facebook e, di conseguenza, irrealistica. Oggi Facebook è un’azienda che vale oltre 50 miliardi di dollari e nega del tutto le accuse, sottolineando che i ricorrenti hanno già ricevuto un "più che lauto" assegno.

Il mese scorso il nono circuito delle Corti Usa, per voce del giudice Alex Kozinski ha messo a fermo il caso affermando che l’accordo del 2008 era ancora valido. "I fratelli Winklevoss non sono le prime controparti risarcite da un concorrente che poi cercano di alzare la posta attraverso ulteriori liti, nel tentativo di ottenere ciò che cercano dal mercato", ha sentenziato il giudice.

Via: Nbtimes

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