Facebook principale causa di divorzi in Gran Bretagna e Italia


Secondo una ricerca del sito Divorce-Online, che fornisce servizi alle coppie che vogliono interrompere il matrimonio, un terzo dei divorzi in Gran Bretagna è dovuto Facebook. "Il social network è il posto più facile dove avere un'avventura extraconiugale, - spiegano gli autori della ricerca, eseguita su un campione di 5.000 richieste -  le persone devono stare più attente a quello che scrivono, anche perché le corti stanno iniziando a usare i post come fonte di prova". 

Secondo le cifre presentate, Facebook è citato fra i responsabili nel 33% dei divorzi, mentre Twitter non arriva allo 0,5%. Tre sono i comportamenti più comuni usati come prova: messaggi 'inappropriati' mandati a persone dell'altro sesso, commenti maligni postati sul proprio partner, e 'soffiate' sul comportamento del marito o della moglie fatte da amici di Facebook. 

Ma "anche in Italia i social newtork sono diventati una delle cause piu' frequenti di infedelta' coniugale e di separazioni/divorzi". A fotografare il fenomeno e' l'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell'Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani (Ami) e autore del saggio I Perplessi Sposi. "Nel nostro Paese almeno il 20% delle crisi coniugali che arrivano in Tribunale - fa i conti il presidente dell'Ami - sono causate da Facebook (80% del totale) e da Twitter (20%). 

Si tratta di un fenomeno denunciato l'anno scorso dall'associazione dei matrimonialisti degli Usa e confermato dall'Ami. Le infedeltà riguardano coppie di tutte le età. Facebook è virtuale solo all'inizio del rapporto ma è poi occasione di incontri veri e propri (il 70% si trasformano in scappatelle, il 30% diventano storie durature e parallele)". Ed è fiorente, assicura Gassani, il commercio di software per risalire alla password del coniuge iscritto su Facebook o Twitter.

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