Facebook come antidoto alla diminuzione dei consumi di vini


Internet e Facebook come antidoto al calo dei consumi in Europa, come motore crescita in Usa e come timone per i consumatori del Nuovo Mondo. La pensano cosi' gli esperti di "WineFuture" Honk Kong (www.winefuture.hk). 

Lulie Halstead, Ceo dell'agenzia di ricerca Uk Wine Intelligence, fornisce alcuni dati: "tra chi bene regolarmente vino, utilizza i social media applicati "a Bacco" il 13% nel Regno Unito, il 21% in Usa, il 13% in Francia e il 62% in Cina, ma se guardiamo a chi produce non è solo fruitore, ma anche produttore di contenuti (su Facebook, Twitter, blog e via dicendo), le percentuali scendono al 5, 11, 5 e 48%". 

Se si guarda al dato cinese, il Web pare fondamentale per creare un rapporto con in consumatori del più grande mercato asiatico. A guardare gli altri tre paesi storici del consumo di vino, Internet e social media sono una realtà e anche molto importante, secondo David Pearson, Ceo di Opus One.

La joint venture californiana diventata in pochi anni uno dei simboli della viticoltura americana, anche grazie all'attività sul Web, "ma lo sbaglio è pensare che sia sufficiente esserci. Avere un sito, un profilo Facebook o un account Twitter di per sè non è niente. I social servono soprattutto a creare relazione con il pubblico, a capire cosa pensa di te". 

Ma se le potenzialità del "social" sono enormi, anche i rischi vanno calcolati: "possono essere usati per costruire, ma anche contro qualcuno - spiega Jacob Johansen, uno dei più grandi esperti di branding e comunicazione che da 10 anni lavora in Cina. Le cantine devono cambiare approccio se vogliono puntare sui social. Che non si deve fare perchè costa meno dell'advertising tradizionale, ma perchè si vuole davvero fare relazione.

Via: AGI

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