Parla male su Facebook del datore di lavoro, licenziato


Licenziato per un commento pesante sul datore di lavoro lasciato su internet. E' successo ad un dipendente di un supermercato trentino. Il secondo round della battaglia legale tra azienda e lavoratore lo vince Trento Sviluppo, società da cui dipende il Superstore di Trento dove lavora Paolo Rossato (ma ora dovrà restare a casa senza stipendio). Il Tribunale ha infatti accolto il reclamo contro il provvedimento del giudice Giorgio Flaim che in via cautelare aveva ordinato il reintegro del dipendente. Il caso però non si chiude con l'ordinanza dei giudici Carlo Ancona, Aldo Giuliani e Roberto Beghini. Anzi, in un certo senso questo è solo l'inizio. A breve l'avvocato Sonia Guglielminetti, legale di Rossato, impugnerà il licenziamento. La questione dunque tornerà di fronte al giudice per l'istruttoria che si annuncia complessa perché più che su temi giuridici la causa si giocherà sul terreno dell'informatica. Tutti, infatti, sono d'accordo sul fatto che la frase attribuita al profilo Facebook del lavoratore sia gravemente diffamatoria e passibile di licenziamento in tronco: "Questi sono quelli che vendono carne scaduta: attenzione soprattutto al pollame". In questo senso la dura reazione del Superstore è comprensibile. La difesa però sostiene che a scrivere quelle parole e a creare quel profilo Facebook non sarebbe stato Rossato. I giudici pero' parlano di indizi ''gravi, precisi e concordanti''.

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