Latitante 'tradito' da Facebook

A tradirlo è stata la sua passione per il social network, che lo aveva spinto al punto da registrarsi col suo vero cognome e a caricare pure su Facebook le foto di famiglia. E così, il latitante Roberto Di Giacomo, gelese di 41 anni, già collaboratore di giustizia, poi sottrattosi al programma di protezione, è stato catturato. Ritenendosi al sicuro, si era trasferito con la famiglia in Svizzera, dove aveva preso in affitto un appartamento a Lugano, a Savosa. Ciò gli consentiva anche qualche breve viaggetto in Italia, dove con il nuovo cognome si riteneva abbastanza sicuro. Tanto sicuro da registrarsi su Facebook, inserendo la sua foto e quella dei suoi familiari, con tanto di stemma e la scritta «Di Giacomo». Le indagini hanno permesso agli investigatori di monitorare costantemente il latitante, in attesa delle autorizzazioni dell'autorità giudiziaria elvetica, che appena intervenuta ha consentito di bloccare in Svizzera Di Giacomo. L'uomo è stato arrestato dai poliziotti della Sezione Criminalità organizzata delle Squadre mobili di Caltanissetta e di Bologna, e del commissariato di Gela, con l'ausilio della polizia svizzera. Deve rispondere di traffico di droga e omicidio volontario, avendo ucciso un uomo, Vincenzo Gumari, a Vignola l'11 agosto 1992. Dopo la condanna aveva lasciato l'Italia rifugiandosi prima in Bulgaria, paese natale della sua nuova moglie, di cui ha assunto, come consente la legge di quel Paese, anche il cognome (Tschauschev).

Fonte: http://www.ilgiornale.it/

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