Un codice di autoregolamentazione per prevenzione reati su internet


I gestori delle reti internet e i rappresentanti di Facebook, convocati dopo la proliferazione sulla rete di gruppi e siti che istigavano alla violenza, hanno incontrato Martedì scorso il ministro dell'Interno Roberto Maroni. «La strada da seguire è quella di un accordo di responsabilità fra tutti gli operatori, definendo un codice di autoregolamentazione che coinvolga i soggetti interessati, evitando interventi d'autorità ma ottenendo ugualmente il risultato», cioè contemperare la tutela della libertà di espressione con la necessità di rimuovere da Internet «contenuti che integrino gravi reati».

Lo ha dichiarato il ministro Maroni al termine della riunione con i gestori di rete e i rappresentanti del social network, alla quale hanno partecipato anche il vice ministro delle Comunicazioni Paolo Romani, il capo della Polizia Antonio Manganelli, il consigliere ministeriale con delega alla sicurezza informatica Domenico Vulpiani, il capo della Polizia postale Antonio Apruzzese. Alla riunione è intervenuto, in conference call, il responsabile delle politiche europee di Facebook, Richard Allan. La soluzione migliore è, dunque, un codice di autoregolamentazione che sarebbe, ha aggiunto Maroni, «il primo caso al mondo» e che dovrà essere elaborato e approvato «in tempi rapidi, per combattere il proliferare di gruppi che inneggiano all'omicidio, al terrorismo e alla mafia».

Non ci sarà un disegno di legge, ma un codice di autoregolamentazione tra i provider e i gestori di social network per cercare di prevenire gravi reati on line. Lo ha spiegato il ministro dell'Interno Roberto Maroni al termine dell'incontro al Viminale con i gestori delle reti internet e i rappresentanti dei social network, convocati dopo che, in seguito all'aggressione a Berlusconi, erano proliferati sulla rete gruppi e siti che istigavano alla violenza o facevano apologia di reato. Tra gli altri erano presenti i rappresentanti di Assotelecomunicazioni, Associazione italiane internet provider, British telecom Italia, Fastweb, H3G, Vodafone Italia, Wind Italia, Telecom Italia, Google Italia, Microsoft Italia e Facebook.



Via: Ministero dell'Interno

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