Australia, pubblica su Facebook foto nude della ex: condannato


Un uomo australiano è stato condannato a sei mesi di carcere per aver pubblicato su Facebook le foto nude della sua ex fidanzata. Si tratta della prima condanna legata al mondo dei social network in Australia e una delle poche al mondo. I documenti del tribunale hanno rivelato che Ravshan ''Ronnie'' Usmanov, 20 anni, di Sydney, ha pubblicato sei foto nude della sua ex-fidanzata su Facebook poco dopo essersi lasciati. Le foto hanno mostrato la sua ex-fidanzata "nuda in certe posizioni e mostrando chiaramente i seni e genitali". 

Usmanov, un controllore di credito per una compagnia di navigazione, come ha riferito alla polizia ha detto: "Ho messo le foto perché lei mi ha ferito ed era l'unica cosa per farle del male". Usmanov ha inviato un messaggio alla sua fidanzata dopo aver postato le foto su Facebook, dicendo: "alcune delle tue foto sono su Facebook". La donna, che non è stato identificata, ha implorato Usmanov di ritirare le foto. Al suo rifiuto, la donna ha chiamato la polizia. Il magistrato, Jane Mottley, ha dichiarato:

"La nuova tecnologia di questi anni consente l'accesso immediato al mondo, come il sito di social networking Facebook e non limita i confini, producendo danni incalcolabili per la reputazione di una persona causati dalla irresponsabile pubblicazione di informazioni attraverso quel mezzo. Con la sua popolarità e il reale danno potenziale, vi è una reale necessità di scoraggiare l'uso di questo mezzo per commettere reati di questo tipo".

Nel 2010 un uomo della Nuova Zelanda Joshua Simon Ashby, 20 anni, è stato condannato a quattro mesi di carcere per la pubblicazione di una foto nuda della sua ex fidanzata su Facebook. L'avvocato di Usmanov, Maggie Sten, aveva sostenuto che il suo non era un reato grave'','' a cui Mottley ha risposto: "Cosa potrebbe essere più grave della pubblicazione di fotografie di nudo di una donna su internet?". E ha aggiunto: "una cosa è pubblicare un articolo in forma di stampa con tiratura limitata. Ciò può influenzare la gravità oggettiva del reato, ma una volta che va su Facebook diventa disponibile a livello mondiale sul Web''.

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