Facebook e Twitter usati dai candidati politici, ma non manca l'ironia


Facebook e Twitter mandano in pensione i "santini" elettorali e fanno risparmiare ai candidati su buste e francobolli. Resistono solo i tradizionali manifesti, che anche questa volta riempiono i muri cittadini ben al di là dei limiti fissati per legge. Come scrive l'Adnkronos, si va dal candidato "gigolo"' che corteggia le casalinghe di Lecce, agli slogan nonsense: "Loro sono partiti, noi siamo qui". 

E' la fotografia del voto del 6 e 7 maggio prossimi, sotto il profilo della comunicazione che i candidati hanno scelto per tentare di convincere l'elettorato. Un banco di prova, insomma, e non solo in termini politici, in vista del voto politico del prossimo anno. Lo conferma uno studio commissionato da Sky all'Istituto Carlo Cattaneo sull'impatto della comunicazione online nelle campagne elettorali: 74 candidati su 84 hanno scelto Facebook, mentre in 45 hanno optato per Twitter. 

Poi ci sono quelli che preferiscono comunicare con gli elettori attraverso il proprio sito personale (41 su 84).  Solo 1 candidato su 4, invece, ha attivato un proprio canale su YouTube, mentre Google+ è utilizzato da poco più di un decimo dei candidati. Se il candidato non scrive più lettere ai candidati, o lo fa in casi rari, continua però a ricorrere al manifesto, intramontabile strumento della propaganda politica.

Per qualche giorno sul web è circolato un manifesto, poi rivelatosi una bufala, con il celebre attore hard Rocco Siffredi in un atteggiamento alla Zio Sam (I want you) e con uno slogan da duri: "una città come Palermo ha bisogno di un sindaco con le palle". Falso il manifesto, falsa la candidatura. Eppure, su Facebook in poco tempo i "mi piace" sono stati quasi 1000. Poi la smentita. Che però non ha impedito un florilegio di commenti a dir poco allusivi su Twitter, come "la città necessita da tempo di misure straordinarie", oppure "non sarà un lavoro difficile, ho trovato una città in ginocchio".


Via: Adnkronos
Immagine: Blog Sicilia

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