Germania: rivela su Facebook per vendetta dati del molestatore


Giustizia sommaria che calpesta la privacy o reazione giustificata? Ariane Friedrich, 28 anni, la campionessa tedesca di salto in alto e agente di polizia nella vita extrasportiva, combatte contro un uomo che l'ha molestata su Facebook, inviandole anche una foto dei suoi genitali. Lei ha deciso di reagire. Non si è limitata a denunciarlo, ma ha rivelato sul social network nome e luogo di residenza del suo persecutore.

Molti si sono schierati dalla sua parte, con comprensione, altri la criticano per "essersi fatta giustizia da sola". E i giornali si chiedono se Ariane abbia commesso un reato, se possa essere citata in giudizio, se "abbia fatto la cosa giusta". I pareri sono discordi. Giuridicamente, va tenuto naturalmente conto del fatto che non è provato che la persona accusata sia effettivamente il mittente dei messaggi.

In secondo luogo, sono tre le città che si chiamano come quella indicata dall'atleta tedesca e in una di queste esistono due uomini con lo stesso nome. Persone incolpevoli potranno trovarsi in difficoltà e decidere di avviare un'azione legale. La maggioranza di chi è inizialmente intervenuta su Facebook e sui siti ha sottolineato la priorità di mettere i molestatori in grado di non nuocere.

Intanto, un portavoce della polizia ha detto che si stanno facendo tutti gli accertamenti per risolvere il caso. Nessuna ipotesi, per il momento, di provvedimenti disciplinari. I responsabili dei due sindacati degli agenti hanno elogiato la reazione, "perché il codice penale si applica anche su Internet". Ma Josef Scheuring, presidente della Gewerschaft der Polizei (GdP), ha anche definito "problematica" la scelta di rivelare i dati del molestatore.

Via: Il Corriere della Sera
Foto: Facebook

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