Facebook e studio emozionale nel mirino del garante privacy inglese


L'azienda è oggetto di attenta analisi. Facebook sotto indagine nel Regno Unito. Il garante della privacy britannico, Information Commissioner's Office (Ico), ha avviato un'inchiesta dopo la notizia che il gruppo di Menlo Park avrebbe alterato i feed di 700 mila utenti per una ricerca sulle possibilità manipolatrici del social. L'autorità vuole capire quanti dati personali siano stati usati e se gli utenti abbiano dato il loro consenso. Quanto alla ricerca, da essa è emerso che mostrando agli utenti meno storie positive nei rispettivi news feed, si tende a pubblicare post più negativi e viceversa.

Gli algoritmi che filtrano il tipo di notizia da visualizzare in bacheca, insomma, potrebbero influenzare le emozioni degli utenti. Alle polemiche seguite dalla notizia i ricercatori hanno risposto che questo tipo di manipolazione sia in fondo a beneficio degli utenti. Sin tratterebbe di un'operazione per "indagare la preoccupazione comune secondo cui vedere gli amici che pubblicano contenuti positivi, porti le persone a demoralizzarsi o ad abbandonare il social network". Da capire se queste spiegazioni basteranno all'autority britannica per evitare al social network multe salatissime.


Tra le ipotesi, secondo quanto scrive il Financial Times, anche la possibilità di comminare una multa di 500mila sterline, equivalenti a 800mila dollari circa. Richard Allan, direttore di Facebook Policy in Europa, ha detto che lo studio è stato fatto con "protezioni appropriate e Facebook è felice di rispondere a qualsiasi domanda che i regolatori possono avere". Da New Delhi, il COO di Facebook Sheryl Sandberg, ha precisato che ci sono stati errori di comunicazione: "Abbiamo comunicato in maniera errata su questo argomento", ha detto, sottolineando che Facebook prende la privacy "molto seriamente".

L'interesse dell'Ico arriva mentre l'Unione europea sta tentando di rendere più severe le regole sulla protezione dei dati personali. La sede europea di Facebook è a Dublino, questo significa che alle sue operazioni in Europa vengono applicate le leggi comunitarie e non quelle statunitensi. La scorsa settimana, Google ha dichiarato di aver iniziato a rimuovere alcuni risultati di ricerca per conformarsi a una sentenza dell'Unione Europea che sostiene il diritto dei cittadini di avere informazioni personali discutibili su di loro nascoste nei motori di ricerca. Subito dopo la sentenza, numerosi esperti l'hanno accusata di minacciare equilibri importanti della rete.




Fonte: TMNews
Via: Reuters

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