Egitto: islamici e cristiani uniti su Facebook contro oppressione


A partire dalla notte scorsa Internet ha cominciato ad accusare problemi in Egitto, specialmente al Cairo, in vista delle nuove manifestazioni di massa in programma per oggi, dopo le tradizionali preghiere del venerdi' festivo islamico. Sebbene il governo del presidente Hosni Mubarak abbia sempre negato di aver bloccato social network quali Facebook o Twitter e altri siti, sostenendo invece di avere pieno rispetto della liberta' di espressione, l'oscuramento della Rete sembra palesemente mirato a evitare il passaparola on-line che nei giorni scorsi aveva permesso ai contestatori di meglio organizzare le proteste. Oggi comunque proprio su Facebook era almeno a tratti disponibile una pagina dove compariva un elenco di oltre trenta luoghi di culto, tra moschee e chiese, selezionati come punti di raduno dei dimostranti. "I musulmani e i cristiani d'Egitto usciranno nelle strade per combattere contro la corruzione, la disoccupazione, l'oppressione e l'assenza di liberta'!", ammoniva un proclama pubblicato sul sito, secondo cui in poche ore si erano gia' registrate piu' di settantamila adesioni alle iniziative anti-governative. Il pugno di ferro adottato dal regime, che per la giornata odierna ha avvertito si ricorrera' anche a "provvedimenti risoluti" pur di mantenere l'ordine pubblico, sembra insomma essere riuscito nell'impresa quasi miracolosa di ricompattare le due principali comunita' religiose del Paese.

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