L'Egitto contro il concerto di Beyonce, governo cerca di distrarre il popolo


Il concerto di Beyonce, svoltosi ieri sera a Port Ghalib, sul Mar Rosso in Egitto, ha suscitato le ire di alcuni deputati e di gruppi su Facebook. Nei giorni scorsi Hamdi Hassan, deputato indipendente vicino ai Fratelli Musulmani, ha scritto al governo chiedendo perchè fosse stato autorizzato un concerto che si presenta più come "una festa a carattere sessuale, un'autorizzazione in violazione della sharia".

A preoccupare i Fratelli Musulmani, la madre di tutte le organizzazioni islamiche, è la sfida dell'ostentata siluette della pop star alla sharia, la legge islamica. Una sfida di contenuti più che di forme, a detta del parlamentare Hamdi Hassan: "Il governo cerca di distrarre il popolo con il peccato e la licenziosità per coprire i crimini che sta commettendo contro di lui".

Era già successo lo scorso anno quando l'imam Khaled al-Guindi aveva attaccato la performance della colombiana Shakira al Pyramids Plateau Cairo paragonandola alla prostituzione. Allora la protesta s'era infranta sulle note arabeggianti di "Whenever, Wherever".

Stavolta, nell'arena sul mar Rosso blindata come un vertice di capi di stato, la risposta è stata l'inno di Beyonce "I Am..", io sono..., versione pop-individualista del mantra obamiano "We Can". Ostile alla cantante anche il gruppo degli oppositori su Facebook, che conta ben 10mila aderenti. Per chi fosse interessato alla Fan Page di Beyonce Knowles su Facebook, potete trovarla a questo indirizzo.

Via: ANSA

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