Il caso «Brenda» sbarca su Facebook


Si infittisce il mistero sul caso Marrazzo e su Facebook non potevano mancare pagine e gruppi dedicati a Brenda, la trans brasiliana di 32 anni coinvolta nella vicenda di sesso, droga e ricatti che ha portato alle dimissioni del presidente della Regione e trovata morta asfissiata nella sua casa invasa dal fumo. La Procura di Roma sta indagando sull'ipotesi di omicidio volontario. E' evidente che la scena del crimine è stata manomessa in modo molto sofisticato: non ha alcun senso, infatti, aver lasciato un computer in evidenza, fingendo di manometterlo, quando chi ha acceso il fuoco poteva tranquillamente portarlo via. Insomma, l'assassino (o gli assassini) ha voluto che la polizia ritrovasse "quel" computer: perché?
Accuse pesanti si leggono sulle pagine di Facebook dedicate a Brenda e rivolti soprattutto al mondo della politica italiana, ma non solo. "Brenda, minacciata perché sapeva troppo. Ma, pur sapendo troppo, non sapeva che in questo paese quando ci son di mezzo politici e gli apparati repressivi dello stato - deviati o meno - il morto 'ci scappa' sempre. Ed ancora: "addio brenda riposa in pace nessuno ha voluto e saputo ascoltare il tuo grido di aiuto non meritava questa fine".

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