Isis: nasce 5elafabook, Facebook dei sostenitori dello Stato islamico


I sostenitori dello Stato islamico hanno creato recentemente il proprio rivale di Facebook chiamato "5elafabook". Il sito di social network mira a diventare un'alternativa a Facebook e Twitter in mezzo alla repressione contro i seguaci del gruppo terrorista. Il  sito, che si propone di sostenere i contenuti in sette lingue, tra cui portoghese e giavanese, è ospitato dalla società di web hosting con sede  a Scottsdale GoDaddy. 5elafabook è realizzato sul modello di Facebook, con gli utenti in grado di creare i loro profili online completi di avatar e informazioni personali.

Il sito vanta anche un servizio di messaggistica e una barra laterale evidenziando hashtag trend sul sito. Il nome della rete nasce dalla trasposizione della parola araba "Khilafa" (Caliphate) e dal numero arabo "h" (5), ovvero "libro del califfato". Nonostante il suo design sofisticato e le funzionalità, il nuovo servizio creato da pochi giorni (ma al momento offline), soffre di frequenti black-out a causa di manutenzione e problemi di capacità. Un messaggio in arabo sulla home page di ciascun utente esorta a lavorare per diffondere il sito sui social media e altrove.


Il sito è pubblicizzato da un account Twitter dedicato @5elafabook. In un messaggio finale in fondo ad ogni pagina, l'amministrazione del social sottolinea che 5elafabook non è stato fondato direttamente dallo Stato islamico, ma che il sito promette "fedeltà completa e assoluta all'Is e ai suoi fratelli". Tuttavia il sito risulta ancora offline, dopo un presunto attacco di Anonymous. La creazione di 5elafabook arriva una settimana dopo che i jihadisti dell'Is hanno lanciato una "guerra" contro l'amministrazione di Twitter, che chiude regolarmente gli account dei terroristi. 

Le minacce prendono di mira dipendenti e familiari del sito di microblogging, ma soprattutto il cofondatore Jack Dorsey, la cui immagine è apparsa al centro di un mirino nel messaggio in arabo pubblicato su JustPaste.it ed ora rimosso. I termini di servizio di Twitter vietano agli utenti di inviare o pubblicare "dirette, specifiche minacce di violenza contro altri". E' inoltre vietato di usare il servizio "per scopi illeciti o a sostegno di attività illegali". Il social network ha replicato alle minacce, dicendo di collaborare con la polizia per verificarne l'autenticità.

Nessun commento:

Posta un commento