Censis: su Facebook 80% dei giovani italiani, 4 milioni su Instagram


E' sempre più l'Italia dei social network, utilizzati dal 49% della popolazione e dall'80% degli under 29. Delle 4,7 ore al giorno trascorse mediamente sul Web, due sono dedicate ai social network. E il numero di chi accede a Internet tramite cellulare in un giorno medio è oramai più alto di quanti accedono solo da pc o da entrambi. E' quanto emerge dal 48° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Dall'indagine emerge inoltre che gli Italiani sono "affamati" di informazioni su salute e benessere.

La solitudine dei soggetti: la pratica diffusa dei "selfie" è indice di solitudine e narcisismo degli italiani. La estraneità dei soggetti alle dinamiche di sistema risalta nel rapporto con i media digitali personali. A fronte del 63,5% di italiani che utilizzano internet, gli utenti dei social network sono il 49% della popolazione e arrivano all'80% tra i più giovani di 14-29 anni. Tra il 2009 e il 2014 gli utenti di Facebook 36-45enni sono aumentati del 153% e gli over 55 del 405%. Gli utenti italiani di Instagram sono circa 4 milioni. 

Delle 4,7 ore al giorno trascorse mediamente sul web, 2 sono dedicate ai social network. E il numero di chi accede a internet tramite telefono cellulare in un giorno medio (7,4 milioni di persone) è ormai più alto di quanti accedono solo da pc (5,3 milioni) o da entrambi (7,2 milioni). La pratica diffusa del selfie è l'evidenza fenomenologica della concezione dei media come specchi introflessi in cui riflettersi narcisisticamente, piuttosto che strumenti attraverso i quali scoprire il mondo e relazionarsi con l'altro da sé. 

Non è contraddittorio quindi il dato che emerge da una rilevazione del Censis secondo cui la solitudine è oggi una componente strutturale della vita delle persone: il 47% degli italiani dichiara di rimanere solo durante il giorno per una media quotidiana di solitudine pari a 5 ore e 10 minuti. È come se ogni italiano vivesse in media 78 giorni di isolamento in un anno, senza la presenza fisica di alcuna altra persona. Inoltre, la pratica dell'e-health è sempre più diffusa: il 41,7% degli italiani cerca informazioni online sulla salute.

Ma l'esposizione a un numero molto elevato di contenuti informativi determina come conseguenza un'alterazione della percezione relativa al proprio livello di conoscenze sui temi sanitari. Tra i pazienti affetti da fibrillazione atriale, ad esempio, solo il 58,8% ha correttamente definito l'ictus come una malattia del cervello. Il dato varia con il titolo di studio: si passa dal 74,1% di diplomati e laureati al 45,6% di chi ha titoli più bassi, rivelando un'incertezza particolarmente grave in quanto presente in una popolazione ad alto rischio.

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