Facebook & YouTube: pc mania tra gli adolescenti

Il fascino magnetico della cyber-navigazione, tra frenetici contatti con gli amici attraverso i social network e i file di musica da scaricare, cattura teenager e ventenni. Con un potere occulto e subdolo eppure più forte delle “vasche” in caruggio, delle attività en plein air, degli incontri “reali” al bar o in discoteca. I “ragazzi del mouse” o “dello smart-phone” scalzano “i ragazzi del muretto”. E’ la fotografia dei giovani del Levante, incontrati in un “viaggio” a campione nel giorno. Hanno un sacco di potenzialità e interessi, i giovani di oggi. Ma fanno fatica a staccarsi dalla tastiera. «Incredibile, non riesco a credere che ci si possa ammalare di pc», commenta Michele, 19 anni.

La notizia che un loro quasi-coetaneo è stato ricoverato per “overdose da computer” li lascia sbigottiti e muti. Cercano una spiegazione plausibile a una vicenda che definiscono «assurda» e «inaccettabile», secondo loro maturata per oggettive difficoltà di comunicazione. Ma poi confessano, candidamente, di rimanere, pure loro, attaccati al pc. Ore e ore. La storia del ragazzo di Chiavari video-dipendente lo sconcerta. Ma, rotto il ghiaccio, Michele, che è il cantante del gruppo pop-rock “Gin Fizz”, confessa: «Sto tanto al pc. Almeno quattro ore in media ma sono arrivato anche a otto di fila. Niente video-games. Facebook e poi esercizi di canto con le basi musicali».

Mattia Prestileo, 20 anni, studia alla Roland Music School: «I miei genitori sono comprensivi ma quando mi dicono di spegnere il pc sono inflessibili. Ammetto: arrivo anche a otto ore, tra Facebook, Youtube e I tunes. Non sempre, però. Per bilanciare magari il giorno dopo dimezzo le ore passate davanti al video. La mia passione è suonare la chitarra, anche perché a volte le ore sul pc mi fanno venire mal di testa e alla sera fatico a prendere sonno». «Un’ora al massimo due alla sera e neppure troppo spesso»: niente overdose da computer per Chiara, 20 anni, commessa in un negozio del centro.

Ma la vita vera è fuori dal virtuale: mi piace stare con le amiche e loro la pensano esattamente come me. Casi come quello del sedicenne chiavarese mi sconcertano: una situazione molto grave». Erika, 16 anni, studentessa in un istituto tecnico, dice che «il ragazzino in questione si sentiva solo, non capito, preso in giro» e che «ha cercato rifugio in un’altra realtà». Anche a Sestri Levante tra i giovanissimi è Facebook il sito più gettonato; nell’ipotetica hit-parade seguono le “finestre” di Messanger e i video-game. Almeno due ore il tempo medio che dedicano a digitare e scrivere post.
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