Facebook rischia sanzione fiscale Irs da 5 miliardi di dollari negli Usa


Altro che Snapchat e Twitter. Al momento la più grande minaccia per Facebook può essere lo zio Sam. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha infatti presentato un'istanza in Tribunale per costringere Facebook a rispettare un'indagine dell'Irs in corso per stabilire se la società di Menlo Park abbia sottovalutato in modo significativo il valore della proprietà trasferita ad una filiale in Irlanda come parte di una manovra complessa per ridurre i suoi pagamenti fiscali. La sanzione fiscale potrebbe ammontare da 3 a 5 miliardi di dollari più gli interessi.

Secondo il sito Cnn Money,  la questione fiscale è stata divulgata pubblicamente tre settimane fa, quando il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha intentato una causa costringendo Facebook a rispettare le indagini dell'agenzia delle entrate. La questione risale al 2010, secondo l'Irs, quando la società ha spostato i diritti della sua attività nel mondo, escludendo gli Stati Uniti e il Canada, verso Facebook in Irlanda (dove ci sono meno tasse da pagare), tra cui alcuni beni difficili da quantificare come "la base di utenti, la piattaforma ed il marketing online intangibili".


L'Irs è venuto a credere che Ernst & Young, società di revisione con il compito di quantificare le attività del trasferimento, potrebbe aver "sottovalutato" il valore di questi beni immateriali per "miliardi di dollari", secondo un documento della Securities and Exchange Commission. L'azienda ha annunciato di non essere "d'accordo con la posizione dell'Irs e presenterà un ricorso alla Commissione Tributaria degli Stati Uniti". Ma se l'agenzia dovesse prevalere la sanzione potrebbe avere un "impatto concreto e negativo" sulla posizione finanziaria di Facebook.

L'Irs ha iniziato a studiare Facebook nel 2013 sui beni che aveva trasferito nel 2010 alla sua base a Dublino. L'Irs ha dichiarato che Facebook non è riuscita a partecipare a sette appuntamenti presso l'ufficio Irs a San Jose. Facebook, insieme ai giganti tecnologici come Apple e Google, sono finiti nel mirino in questi ultimi anni per frenare le attività in Italia e in altri paesi che fungono da paradisi fiscali. Mercoledì scorso, Facebook ha annunciato utili trimestrali da record con 6,43 miliardi in raccolta pubblicitaria grazie alla popolarità di mobile e video.



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