Zuckerberg: io e Priscilla aspettiamo una bimba, il post su Facebook


Zuckerberg ha detto che lui e Chan hanno deciso di condividere la loro storia per aiutare gli altri che hanno la stessa esperienza. Secondo la sua pagina di Facebook venerdì, l'amministratore delegato Mark Zuckerberg e sua moglie, Priscilla Chan, aspettano una bambina. Zuckerberg ha scritto in un post che la coppia, che si è sposata nel 2012, ha cercato di avere un figlio e ha avuto tre aborti. Il CEO di Facebook non ha detto quando la loro figlia nascerà, ma ha detto che la gravidanza è abbastanza lunga che il rischio di aborto spontaneo è basso.

Zuckerberg, che spesso usa la sua pagina di Facebook per fare annunci sia aziendali che personali, ha aperto le emozioni che lui e Chan, che è un medico, si sono sentiti durante il tentativo di avere figli. Ha scritto di aver sentito la  speranza dopo aver appreso ogni gravidanza. "Questo sarà un nuovo capitolo nelle nostre vite", ha scritto Zuckerberg in un post. "Siamo già stati così fortunati per l'opportunità di toccare la vita delle persone in tutto il mondo... Ora ci concentreremo sul rendere il mondo un posto migliore per la nostra bambina e la prossima generazione".


"(...) Abbiamo cercato di avere un figlio per un paio di anni e abbiamo avuto tre aborti lungo la strada. Ti senti così pieno di speranza quando si apprende che si sta per avere un figlio. Si inizia a immaginare cosa diventerà e sogni di speranze per il loro futuro. Si inizia a fare progetti, e poi se ne sono andati. E' una esperienza solitaria. La maggior parte delle persone non discute di aborti perché ti preoccupi che il loro problema metta una distanza fra loro e le altre persone o si rifletta su di loro, come se fossi difettoso o avessi fatto qualcosa per causare tutto ciò (...)".

"Nel mondo aperto e connesso di oggi, discutere di questi temi non ci allontana, anzi ci avvicina. Crea comprensione e tolleranza, e ci dà speranza. Quando abbiamo iniziato a parlare coi nostri amici, ci siamo resi conto di quanto spesso accada e che conoscevamo molte persone che avevano avuto problemi simili e che quasi tutti avevano i bambini sani. Ci auguriamo che condividere la nostra esperienza darà a un maggior numero di persone la stessa speranza che abbiamo sentito noi e le aiuterà a sentirsi a proprio agio condividendo così le loro storie (...)".


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